Torre del Greco. Sono stati incastrati dalle rivelazioni dei complici-pentiti finiti in manette a novembre del 2021 e dalle successive indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco: a sei mesi dall’escalation di raid messi a segno in tutto il Vesuviano – sei colpi in dieci giorni, per un bottino complessivo di circa 10.000 euro – gli uomini in divisa guidati dal primo dirigente Antonietta Andria hanno fermato gli ultimi due componenti del commando di rapinatori-seriali di supermercati e farmacie. A finire rispettivamente dietro le sbarre della dimora circondariale di Poggioreale e del carcere femminile di Pozzuoli è toccato a Vincenzo Schiavariello – 33 anni, volto già noto alle forze dell’ordine, residente a Pomigliano D’Arco – e alla compagna Nunzia Della Magna di 43 anni. Devono rispondere a vario titolo di sei rapine e di detenzione illegale di armi da sparo.
Le confessioni dei pentiti
Il «cuore» dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Antonello Anzalone del tribunale di Torre Annunziata è rappresentato dalle confessioni dei due «pentiti» del commando, arrestati a novembre del 2021. E pronti a passare dalla parte dello Stato per strappare uno sconto di pena al momento del processo: «Sono sinceramente pentito e voglio collaborare con la giustizia per identificare gli altri rapinatori», le parole con cui Gennaro Zirpoli ha aperto il «vaso di Pandora» delle rapine. Messe a segno, come raccontato anche da Marco Di Cristo, insieme a una coppia di Pomigliano d’Arco e alle armi «recuperate» ai quartieri Spagnoli a Napoli.
Sei colpi in 10 giorni
I fatti si riferiscono tutti allo scorso mese di ottobre e riguardano quattro supermercati di Torre del Greco (18 ottobre), Trecase (20 ottobre), Boscoreale (25 ottobre) e Sant’Anastasia (28 ottobre), alla farmacia «Centrale» di Torre Annunziata e a un distributore di gas per auto di Torre del Greco (entrambi presi di mira il 25 ottobre 2021). Come raccontato dai pentiti, la coppia di Pomigliano d’Arco arrivava a Torre del Greco a bordo di una Lancia Y e raggiungevano la roulotte di Marco Di Cristo in via Litoranea. Il camper era la base operativa del commando, dove i rapinatori si cambiavano d’abito per «entrare in scena» e saltavano su uno scooter rubato a Napoli. Le dichiarazioni dei complici-pentiti hanno permesso agli investigatori di accertare come Vincenzo Schiavariello avrebbe partecipato materialmente alle rapine, mentre la compagna – in qualche occasione in compagnia della figlia – avrebbe svolto i sopralluoghi preliminari presso gli esercizi poi interessati dai raid a mano armata per «localizzare» le casse e verificare l’assenza di guardie giurate. A confermare le accuse di Gennaro Zirpoli e Marco Di Cristo gli accertamenti condotti dagli investigatori sugli smartphone degli indagati, localizzati sempre sul posto delle rapine nei giorni dei raid.
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Alberto Dortucci , 2022-04-21 06:18:10 ,