Potrebbe essere la causa che ha portato al malore il giocatore della Fiorentina, Edoardo Bove. Si tratta della torsione di punta, un tipo di tachicardia ventricolare. Ma cos’è esattamente, quali sono le cause, e come fare a riconoscerla?
La torsione di punta
A differenza di una normale frequenza cardiaca, che è compresa tra 60 e 100 battiti al minuto, un battito cardiaco veloce nei ventricoli (tachicardia ventricolare) supera i 100 battiti al minuto. Le cosiddette torsioni di punta, tuttavia, possono portare a una frequenza cardiaca compresa tra 150 e 300 battiti al minuto. Descritta per la prima volta dal medico francese Francois Dessertenne, questa condizione è caratterizzata da una specifica forma dell’elettrocardiogramma ed è più frequente nelle persone che soffrono della sindrome del QT lungo, un problema dell’attività elettrica del cuore dovuto ad anomalie genetiche o, talvolta, all’assunzione di alcuni farmaci.
Cause e sintomi
Come già anticipato, tra le cause che espongono alla torsione di punta c’è la sindrome del QT lungo, una condizione, ricordano dall’Istituto superiore di sanità, in cui il cuore impiega più tempo del normale a rilassarsi tra una contrazione e l’altra, e l’uso di alcuni farmaci come per esempio antibiotici, diuretici, antiaritmici, antipsicotici, antiemetici. La diagnosi si basa principalmente su un elettrocardiogramma (Ecg), ma possono essere eseguiti anche esami del sangue per controllare i livelli di elettroliti, l’ecocardiogramma e il cardiofrequenzimetro. Sebbene la metà delle persone con torsioni di punta non presenti alcuna sintomatologia, i pazienti che la riportano possono sperimentare vertigini, palpitazioni, stordimento, mentre le complicanze sono fibrillazione ventricolare, deliquio e morte cardiaca improvvisa.
Fattori di rischio e prevenzione
Tra i fattori che espongono a un maggior rischio di torsione di punta, come riporta la Cleveland Clinic, ci sono per esempio la sindrome del QT lungo, alcuni farmaci, le malattie cardiache, un’età superiore ai 65 anni, bassi livelli di calcio, magnesio o potassio. Per prevenirla, invece, è per prima cosa opportuno sapere se nella famiglia è presente la sindrome del QT lungo ed fuggire i farmaci che possono esporre a un maggior rischio di torsioni di punta. Nel caso in cui si verifichi un evento di torsione di punta, invece, sarà per prima cosa necessario riportare sotto controllo il ritmo cardiaco. A seconda delle situazioni e delle cause predisponenti, il trattamento potrà includere la sospensione dei farmaci che hanno portato alla sindrome del QT lungo, la somministrazione di betabloccanti, di magnesio e potassio, o anche l’apparecchiature di un pacemaker.
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di Marta Musso www.wired.it 2024-12-03 09:12:00 ,