«Il Governo decida al più presto di tamponare solo i sintomatici, altrimenti non saremo travolti dai malati ma dalle carte e dai tamponi». Giovanni Toti si sfoga in un post pubblicato su Facebook e definisce quella di Coronavirus una «pandemia burocratica». «Dopo un’intera giornata di lavoro con medici, farmacisti, dirigenti sanitari per cercare di dare risposte ai cittadini in balia di regole complicate e in continuo cambiamento su isolamento, certificati e quarantena, sono sempre più convinto che così non si possa più andare avanti», ha scritto. Poi, parlando dei test effettuati in Liguria, il governatore ligure ha spiegato che in Regione, solo oggi, «ne abbiamo fatti 47mila. Il sistema non può più reggere questo tamponificio, nonostante il grande sforzo di tutti».
La richiesta delle Regioni
Lo stesso appello era stato fatto qualche giorno fa dagli altri governatori al Governo di Mario Draghi. La sempre maggiore richiesta di test è diventata insostenibile e, di conseguenza, il sistema di monitoraggio è in tilt ormai dappertutto. A questo si aggiunge l’elevato costo dei test che fa pressione sulle casse. Il tracciamento si sta rivelando uno spreco di risorse, che invece potrebbero essere convogliate nella campagna vaccinale.
Il parere della scienza
Sullo stesso tema, già lo scorso dicembre, si era espresso Luca Richeldi, Direttore di Pneumologia, Area Torace, del Policlinico Universitario Gemelli di Roma. «I tamponi andrebbero riservati alle persone che hanno sintomi o sospetto clinico di essere infettate. Devono aver avuto un contatto stretto e prolungato con una persona che è poi risultata positiva», aveva detto in un’intervista a L’aria che tira. Dello stesso parere è anche Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di Sanità e Igiene pubblica dell’Ausl Romagna: il tampone, aveva risposto a Il Resto del Carlino, deve farlo «chi ha sintomi. Chi non li ha no. E poi chi deve negativizzarsi».
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2022-01-11 19:58:07 ,