Le nuove restrizioni anti Covid per arginare gli effetti della quarta ondata continuano a tenere banco tra le regioni. Il presidente della Liguria Giovanni Toti ha chiesto entro 72 ore un confronto diretto con il governo: la linea tracciata da lui e da altri governatori è quella di possibili restrizioni per i non vaccinati, nell’ottica di una divisione del Paese in zona gialla, arancione e rossa valida solo per i non protetti dal virus. La proposta è approdata in Conferenza delle regioni, dove Toti ha ribadito quanto il 90% degli italiani vaccinati non possa essere «tenuto sotto scacco» da quel 10% di scettici e No vax. Ma il fronte delle regioni non è compatto. Alla linea non attendista di Toti, che appoggiano anche Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, Alberto Cirio del Piemonte, Attilio Fontana della Lombardia, e Eugenio Giani della Toscana, si oppone la linea di persuasione di Francesco Acquaroli. «Ritengo che non siano utili ulteriori restrizioni per i non vaccinati o un Green pass rinforzato perché anche se il contagio ha ripreso a correre siamo in una fase diversa dallo scorso anno» ha spiegato, «anche perché nonostante il primo e il secondo Green pass non stiamo vedendo un aumento sconvolgente delle vaccinazioni». Secondo il governatore marchigiano ulteriori provvedimenti rischierebbero di creare «altre tensioni e divisioni tra chi è vaccinato e chi non lo è».
Lo scontro
«Questo atteggiamento attendista non ci aiuterà», dice Toti, convinto che l’azione immediata su «norme chiare e urgenti per affrontare questa fase della pandemia» sia l’unica strada realmente efficace. L’obiettivo è quello «di tutelare la salute dei cittadini e di consentire all’economia di continuare la sua fase di crescita dopo aver attraversato una grave crisi». Per queste ragioni il fronte del rigore propone un Green pass a due velocità: «Uno per i vaccinati e uno derivante da tampone per i servizi essenziali». Normativa che per Toti andrebbe fatta a livello nazionale perché «a livello locale provocherebbe un arlecchino regionale ingestibile». Ma Acquaroli è di un altro avviso. «Dobbiamo parlare con la fascia di gente che ha deciso di non vaccinarsi e dobbiamo farlo anche cercando di convincerli, cercando di dibattere su temi che possono essere oggettivi, non rincorrendo a uno scontro che in questo momento va evitato a tutti i costi». Il muro contro muro è lo scenario da evitare, secondo il governatore delle Marche, per non alimentare posizioni già abbastanza infuocate. «Io raccomando a tutti la massima capacità di dibattere e confrontarsi senza creare un muro contro muro che rischia di consegnare al Paese uno spaccato che non è né utile a superare la pandemia né a contribuire al rilancio economico del Paese».
Il periodo prossimo alle vacanze natalizie poi complica il quadro. «Questo è il momento in cui si programmano le vacanze di Natale e tutta la macchina economica che vi gira intorno, soprattutto dobbiamo dare la certezza ai lavoratori di tutti questi settori che il paese non richiuderà» ha detto in proposito Toti. Ma Acquaroli ha risconfitto: «Per far capire l’importanza della fase di rinascita a cui tutti sono chiamati a contribuire è necessario da parte nostra essere chiari e trasparenti. Se portiamo i dati e portiamo i numeri faremo comprendere a tutti l’importanza di questo momento, dal tracciamento alle misure necessarie, in modo da non arrivare al lockdown o altre chiusure. In gioco», ha concluso, «c’è la credibilità delle istituzioni». Nel frattempo dal fronte del governo sembra non esserci l’effettiva intenzione di seguire la linea indicata da Toti. «Al momento i dati non sono tali da prevedere misure ad hoc per i non vaccinati», dicono fonti dell’esecutivo, ma è ancora tutto da confermare.
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Scritto da Giada Giorgi perwww.open.online il 2021-11-18 13:17:11 ,