Travolto e ucciso da pirata della strada, l’ultimo saluto dei volontari

Travolto e ucciso da pirata della strada, l’ultimo saluto dei volontari


Travolto e ucciso da pirata della strada, l’ultimo saluto dei volontari

 

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dei volontari della Caritas di San Gennarello di Ottaviano

Dalla strada al cielo: una vita ai margini…

 

Oggi abbiamo dato l’ultimo saluto a Pawel che nel silenzio di un’ancora tiepida sera autunnale, tornava alla “dimora del Padre” nell’indifferenza più totale, senza qualcuno che gli tenesse la mano o ne raccogliesse l’ultimo respiro. Nemmeno chi era alla guida dell’auto che gli ha stroncato la vita si è accorto di lui, non lo ha soccorso. Pawel per la società non aveva un’identità come non aveva un tetto sotto il quale tornare.

 

La sua dimora era la strada e il tetto sotto al quale ogni sera probabilmente provava a sognare, era il cielo, talvolta limpido e terso, altre volte cupo e violento. Paolo era un senza fissa dimora, era uno di quelli che comunemente chiamiamo barboni o più elegantemente clochard e la sua vita, una vita ai margini. Un’esistenza la sua al perimetro di una società che corre troppo in fretta lasciando indietro tanti uomini e tante donne. È un vero e proprio popolo invisibile allo sguardo di tanti, nonostante sia sotto gli occhi di tutti.

 

Come la maggior parte dei senza fissa dimora, Pawel non aveva un progetto di vita, non aveva sogni da realizzare, la sua vita era oramai un puzzle esistenziale ridotto a brandelli e l’alcol l’unica assurda e paradossale soluzione all’incapacità di rimettere insieme le tessere della sua esistenza. La sua famiglia ha cercato in ogni modo di aiutarlo; noi volontari della Caritas Parrocchiale abbiamo provato a stargli accanto, ma c’era qualcosa il lui che non gli ha permesso di aggrapparsi alle nostre mani.

 

La sua morte, però, non può e non deve lasciarci indifferenti perché se esiste un popolo invisibile, la colpa è anche un po’ nostra, perché siamo noi la società moderna. Ognuno di noi li ha esclusi, abbandonati, dimenticati. L’uomo non vive soltanto di beni necessari alla sopravvivenza, vuole vivere da uomo. L’esclusione è prima di tutto nelle nostre teste, nei nostri cuori, nel nostro modo di agire e pensare. È questo il motivo per il quale siamo incapaci di affrontare realtà complesse come la povertà estrema. Possiamo vivere inermi mentre altri uomini e donne vivono e muoiono ad un passo da noi nella povertà più assoluta? Ci fanno così tanta paura queste persone? Eppure non hanno mai fatto male a nessuno… forse non ci accorgiamo che da loro possiamo solo imparare il vero senso della vita. Solo e soltanto partendo da loro possiamo incontrare Dio.

 

Riposa in pace Pawel, “ospite alla mensa della nostra tavola”, questi fiori bianchi sono per te…

… “in Paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli angeli e con Lazzaro povero in terra come te, tu possa godere il riposo eterno nel cielo”.

 

I volontari della Caritas Parrocchiale

di San Gennarello

 



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Redazione1 , 2022-11-03 18:03:26 ,

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