“Il calcio è apolitico come la produzione di una bomba atomica“. Così scrivevano i tifosi del St Pauli a chi voleva la politica fuori dagli stadi. Lo facevano ben prima che il pallone diventasse un fenomeno di dimensioni globali. Il calcio è una religione laica, che vanta oltre 250 milioni di praticanti – stando a un sondaggio Fifa di inizio millennio; e miliardi di appassionati. Una manifestazione umana così onnipervasiva non può rimanere indifferente rispetto agli avvenimenti in corso sul pianeta.
Pensare alla politica fuori dal calcio è utopia. Tifo e militanza spesso si mischiano. Ma allora cosa voteranno i tifosi alle elezioni del prossimo 25 settembre?
Cosa tifano gli italiani?
Il primo “partito” è la Juventus, squadra preferita dal 23,9% degli intervistati; in calo rispetto al passato. Seguono a una certa distanza Milan e Inter, con 18% e 17,5%, entrambe in leggero aumento; con i milanisti che sorpassano gli interisti forti anche della vittoria dell’ultimo scudetto.
Il Napoli è al 10,3%. È più seguito della Roma, con l’8,6%, che però sopravanza di molto la rivale Lazio, con solo il 2,5%. Juventus, Inter e Milan, sono molto popolari anche al Sud, mentre il Napoli è tifato probabilmente anche da molti meridionali che vivono al Nord.
La Fiorentina, poi, raccoglie il 3,4% del tifo, mentre tra le prime 8 dello scorso campionato ultima è l’Atalanta con l’1,2%. Le squadre minori si dividono il 14,7%. Naturalmente questi numeri sono al netto del dato dei disinteressati di calcio, che sono circa un terzo dell’elettorato attivo.
Tifosi alle urne
Termometro Politico ha sondato le intenzioni di voto di alcuni tifosi italiani. Alcuni dati non sorprendono. Per esempio Fratelli d’Italia, il primo partito, ottiene più del 30% tra i laziali, tifoseria tradizionalmente di destra. Ma fa ancora meglio tra chi tifa Atalanta, 31,2%. È invece più debole tra gli juventini, tra chi tifa per squadre più piccole e tra i disinteressati, ma rimanendo sopra il 20%.
Il Pd appare poco popolare tra i milanisti e i laziali, mentre è forte, con il 29,7% tra chi tifa Fiorentina.
Del resto è la Toscana la regione in cui ha più voti. Anche Azione e Italia Viva se la cavano bene, con l’8,2% tra i viola. Forse perché proprio da Firenze viene Matteo Renzi? Anche a Roma, probabilmente per la presenza di Calenda, hanno un valore più alto della media.
Calcio, politica e territorio
A preferire la Lega sono soprattutto gli atalantini, tra cui supera il 20% e anche in questo caso non sono estranee a questo dato le tradizioni politiche.
La bergamasca è da sempre una roccaforte leghista. Per lo stesso motivo è debole, invece, tra chi tifa Napoli (6,7%).
I tifosi del Napoli si distinguono per l’appoggio al Movimento 5 Stelle, infatti se votassero solo i supporter del Napoli avrebbe il 17%, decisamente di più di quello che il M5S raccoglie mediamente presso altre tifoserie. Napoli e la Campania sono del resto l’area in cui il movimento di Conte ha il massimo dei voti.
I milanisti non tradiscono Silvio Berlusconi. Forza Italia arriva al 13,5% tra costoro. Certo, un tempo queste percentuali sarebbero state molto più alte, ma si tratta comunque del massimo raccolto dalla formazione di centrodestra. Se la cava molto bene anche tra gli interisti, con il 12,4%, e molto male, con il 2,7% tra i napolisti.
Geopolitica e tifosi secondo Osservatorio Globalizzazione
Nel contesto del mondo globalizzato il calcio ha assunto, negli ultimi anni, una rilevanza crescente.
Lo sport più popolare al mondo mobilita grandi passioni e importanti interessi economici, è utilizzato come arma di soft power e rappresenta un terreno di scontro per interessi geopolitici confliggenti. Il calcio non è solo sport, ma anche un fenomeno sociale di enorme importanza, un business estremamente rilevante, un simbolo compiuto del mondo globale. Oggi, come in passato, tra il mondo della politica e quello del pallone gli intrecci sono stati, di conseguenza, notevoli e profondi.
Stati Uniti, Russia, Cina, Medio Oriente: la “geopolitica del pallone” vede numerosi attori coinvolti e da diversi anni in competizione per ottenere dividendi politici dalla competizione ai mercati e agli scenari di governance sportiva del mondo del calcio. Anche un paese pallonaro come l’Italia non può esimersi.
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Stefano Marrone , 2022-08-20 14:40:17 ,