Donald Trump promette di «deportare in massa» gli immigrati per ridare lavoro agli americani e frenare gli aumenti nei prezzi delle case. Anche Kamala Harris ha messo il diritto alla casa al centro dei suoi comizi, insistendo sul sostegno alla classe media, in continuità con le politiche economiche dell’gestione Biden. Trump insiste sui tagli alle tasse e sui dazi al commercio per proteggere l’America e spaventare la Cina. Harris prosegue sul rilancio delle infrastrutture per stimolare la crescita, sulle tasse per le fasce più ricche della cittadinanza e per le grandi imprese.
A meno di cinquanta giorni dalle elezioni del 5 novembre, i due candidati alla presidenza fanno campagna sui temi economici più caldi, sfidandosi su misure popolari, di sicuro impatto. Entrambi hanno annunciato, tra le tante cose, anche la detassazione della mance nei ristoranti, aprendo la discussione su un sistema di retribuzione tanto radicato nella cultura americana, quanto iniquo per i lavoratori e fuori controllo per i consumatori.
Il repubblicano Trump si è spinto oltre arrivando a prospettare «l’esenzione fiscale per gli straordinari e i sussidi della previdenza sociale»: misure che comporterebbero – secondo la Tax Foundation – una spesa aggiuntiva fino a 5mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.
Ma anche Harris sa bene che senza una maggior numero al Senato e alla Camera molte delle sue proposte sono destinate a restare sulla carta. «C’è altro che possiamo fare per investire nelle aspirazioni e nelle ambizioni del popolo americano affrontando al tempo stesso le sfide che dobbiamo trattare», ha detto, anticipando il piano economico che svelerà domani a Pittsburgh, in Pennsylvania, in uno degli Stati in bilico e quindi decisivi. «Sono cresciuta come ragazza della classe media e – ha aggiunto per chiarire la sua visione – non dimenticherò mai da dove vengo».
Un sondaggio realizzato poche settimane fa da Financial Times-Michigan Ross ha mostrato che il 44% degli elettori registrati si fida della gestione economica di Harris rispetto al 42% che sostiene Trump. E anche in agosto un sondaggio Reuters/Ipsos aveva segnalato il recupero di Harris sui temi economici.