Era solo una chiacchiera sentita per caso da una vicina di casa. Ma nel giro di pochi giorni, quell’accusa bizzarra e infondata – che degli immigrati di Haiti residenti a Springfield, Ohio, avrebbero rubato e mangiato il gatto di un residente – è arrivata fino al palco del dibattito presidenziale tra i candidati alle elezioni degli Stati Uniti, dove il voto dei Repubblicani, l’ex presidente Donald Trump, l’ha ripetuta come fosse un fatto accertato di fronte a 67 milioni di americani.
Come è nata la fake news?
La ricostruzione di NewsGuard, un’organizzazione che monitora la disinformazione online, rivela come questa fake news sia nata e si sia diffusa in modo virale: tutto è partito da un post su Facebook di Erika Lee, una residente di Springfield, in un gruppo privato chiamato Springfield Ohio Crime and Information. Lee ha scritto di aver saputo da una vicina, Kimberly Newton, che “la figlia di un’amica aveva perso il suo gatto… Un giorno è tornata a casa dal lavoro, difficilmente scesa dall’auto ha guardato verso la casa dei vicini, dove vivono degli haitiani, e ha visto il suo gatto appeso a un ramo, come si fa con un cervo da macellare, e lo stavano tagliando per mangiarlo“.
Intervistata da NewsGuard, Newton ha ammesso di non avere alcuna prova e di non conoscere direttamente la presunta vittima: “Non sono sicura di essere la fonte più credibile perché in realtà non conosco la persona che ha perso il gatto“, ha detto, spiegando che il proprietario del gatto era “un conoscente di un’amica” e che lei aveva saputo dell’incidente da quell’amica, che a sua volta l’aveva appreso da “una sua fonte“. Insomma, un racconto di quarta mano senza alcun riscontro.
Il boom su internet
Eppure, uno screenshot del post di Lee, con il suo nome oscurato, è stato condiviso su X il 5 settembre da un fruitore – politicamente schierato dalla parte dei conservatori – chiamato @BuckeyeGirrl, da lì il morbo ha iniziato ad espandersi. Il 21 agosto scorso un profilo di destra su X ha postato il video di un arresto di una colf accusata di aver ucciso e mangiato un gatto. Piccolo particolare: l’account in questione conta quasi tre milioni di follower.
Esplode il web. Il video alimenta una campagna d’odio online contro la comunità haitiana, già sotto pressione nella zona per via dell’alto numero di immigrati e molti politici repubblicani – tra cui il candidato repubblicano alla vicepresidenza, J.D. Vance – iniziano a citare Springfield come esempio dei presunti effetti negativi delle politiche migratorie democratiche. Un caso da manuale della disinformazione internettiana ai tempi della post-verità.
Leggi tutto su www.wired.it
di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-13 10:25:52 ,