Trump, di che cosa è accusato e gli effetti sulla sua corsa alla nomination

Trump, di che cosa è accusato e gli effetti sulla sua corsa alla nomination

Trump, di che cosa è accusato e gli effetti sulla sua corsa alla nomination



Il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, voleva che Donald Trump si consegnasse già oggi per essere arrestato, ma i suoi avvocati si sono opposti affermando che il Secret Service ha bisogno di più tempo per organizzare la procedura senza precedenti. Lo rivela Politico, citando fonti delle forze di sicurezza newyorkesi. Con la prima incriminazione di un ex presidente della storia americana, ci si trova infatti nella circostanza, estremamente delicata, di un imputato che si presenterà alle autorità scortato dagli agenti delle guardie del corpo presidenziali, che devono garantire la sicurezza a vita degli ex inquilini della dimora Bianca. È questo quello che Joe Tacopina, l’avvocato di Trump, ha spiegato all’ufficio del procuratore, chiedendo quindi di rinviare alla prossima settimana – a martedì, secondo diversi media Usa – il clamoroso arresto. In questi giorni, quindi non solo gli avvocati del tycoon, ma anche i responsabili del Secret Service dovranno coordinarsi con la procura per studiare le modalità della consegna di Trump.

Martedì gli saranno prese le impronte digitali e verrà fotografato quindi sarà formalmente incriminato. Come ha anticipato il suo avvocato molto probabilmente si dichiarerà innocente, pagherà una cauzione e sarà fuori nel giro di pochi minuti. Ma passerà più di un anno da qualsiasi potenziale processo, hanno detto gli esperti legali, il che significa che potrebbe svolgersi durante o dopo la campagna presidenziale. Gli avvocati di Trump, Susan Necheles e Joseph Tacopina, hanno affermato che «combatteranno vigorosamente» le accuse. «Zero, zero. Il presidente Trump non accetterà alcun patteggiamento. Non succederà. Non c’è alcun crimine». Così in un’intervista a NBC News, l’avvocato Tacopina,

Sondaggi favorevoli

Proprio le presidenziali tra un anno diventano, con questa incriminazione e un possibile processo, territorio inesplorato. I sondaggi mostrano che Trump rimane il leader indiscusso per la nomination repubblicana, e la sua posizione non ha vacillato con la diffusione delle notizie sulle accuse.

Trump, nel frattempo, ha cercato di mettere il pubblico contro il caso. Il 18 marzo, ha lanciato un messaggio sul suo sito di social media in cui dichiarava di aspettarsi di essere arrestato entro pochi giorni. Sebbene ciò non sia mai avvenuto (e i suoi collaboratori hanno chiarito che non si era basato su alcuna informazione privilegiata), Trump ha utilizzato questa occasione per evidenziare le debolezze del caso e per attaccare Bragg con una raffica di dichiarazioni anche personali e persino razziste.

Corsa ancora possibile

L’incriminazione di Trump solleva delle domande, in particolare se tali accuse o una condanna possono escludere Trump dall’essere eletto presidente. La risposta che gli esperti legali danno a Time è che anche se condannato non sarebbe escluso dalla presidenza qualora venisse eletto. «Non esiste un divieto costituzionale per un criminale in corsa per una carica», afferma Richard Hasen, professore di diritto elettorale presso la UCLA Law School. «E dato che la Costituzione degli Stati Uniti stabilisce le qualifiche presidenziali, non è chiaro se gli stati possano aggiungerle, ad esempio vietando ai criminali di candidarsi alle cariche». Secondo la Costituzione, tutti i cittadini nati negli Stati Uniti che hanno almeno 35 anni e hanno residenza negli Stati Uniti da 14 anni possono candidarsi alla presidenza. Non vi è alcun impedimento legale per Trump di continuare la sua campagna presidenziale mentre affronta accuse penali, anche se fosse incarcerato, affermano gli esperti legali. Alan Dershowitz, noto professore di diritto di Harvard, ha dichiarato a Newsmax che una foto segnaletica di Trump potrebbe servire come manifesto per la sua campagna.



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