Poi ha piazzato alcune mine legali, anticipando forse le istanze dei suoi difensori. Il processo, ha scritto, “dovrebbe essere spostato nella vicina Staten Island” evitando la corte di Manhattan, una “sede molto di parte, con alcune aree che hanno votato l’1% repubblicano. Staten Island (l’unico quartiere della Grande Mela che ha votato per lui nel 2016 e nel 2020, ndr) sarebbe un luogo molto imparziale e sicuro per il processo”.
La delegittimazione dei giudici
Quindi la delegittimazione del giudice Juan Merchan, un rispettato veterano della giustizia newyorchese di origine colombiana. “Il giudice altamente di parte e la sua famiglia sono ben conosciuti come persone che odiano Trump… sua figlia ha lavorato per Kamala ed ora per la campagna Biden-Harris. E’ stato un disastro di parte in un precedente caso legato a Trump, non si è ricusato, ha dato orribili ordini alla giuria, impossibile affrontarlo durante questo processo che è una caccia alle streghe”, ha accusato ancora il tycoon riferendosi alla condanna all’ex capo finanziario della Trump Organization Allen Weisselberg inflitta da Merchan, che sta supervisionando anche il procedimento per frode e riciclaggio contro il suo ex stratega Steve Bannon.
Uno dei procuratori che ha rappresentato oggi l’accusa contro Donald Trump, ha detto di essere “molto preoccupato” per gli effetti che i messaggi di “minaccia” dell’ex presidente potranno avere su giurati e testimoni del processo. In quest’ottica, rivela Nbcnews, l’accusa intende chiedere un ordine protettivo per garantire la sicurezza dei testimoni. Nei giorni scorsi, Trump ha postato che il suo arresto potrà portare “potenzialmente morte e distruzione”.
Il messaggio di Trump sui social
Appena lasciata la Trump Tower – dove è arrivata anche Melania – l’ex presidente ha scritto un altro messaggio live: “Mi sto dirigendo in tribunale, sembra così surreale – Wow, mi arresteranno. Non riesco a credere che questo stia accadendo in America. MAGA!”. Quindi, alzando il pugno in segno di lotta, ha raggiunto con un corteo di auto del Secret Service il tribunale, davanti al quale si sono fronteggiati per ore centinaia di suoi sostenitori e centinaia di suoi nemici a colpi di slogan e insulti, ma senza i temuti incidenti.
I cartelli dei fan
«Usa, Usa». «Trump 2024», i cori dei fan accorsi al raduno dei giovani repubblicani, tra cui la deputata cospirazionista Marjorie Taylor Greene e il suo collega George Santos. «Lock him up» (sbattetelo dentro), la risposta degli anti-Trump, armati anche di cartelli con il tycoon in uniforme a strisce da carcerato: a dividerli, a Collect Pond Park, barricate e un cordone di polizia.