«Sono stati commessi molti errori in quella negoziazione, e quando ho ascoltato il modo in cui Biden stava negoziando, ho detto che si poteva finire in una guerra», ha ribadito Trump, continuando a criticare i paesi Nato per non pagare la loro quota di adesione e ha criticato Biden per non aver richiesto il pagamento.
Ostaggi liberi entro inaugurazione o scatenerò inferno
Sul fronte mediorientale il presidente eletto ha minacciato che «se gli ostaggi in mano ad Hamas non verranno liberati entro il 20 gennaio, in Medioriente si scatenerà l’inferno», tornando a ripetere una minaccia già fatta nelle scorse settimane. «Non sarebbe bene per Hamas e non sarebbe bene, francamente, per nessuno. L’inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo», ha detto ancora Trump, aggiungendo che «non ci sarebbe mai dovuto essere» il 7 ottobre. Nella conferenza nome è intervenuto anche Steve Witkoff, che sarà l’inviato di Trump in Medio Oriente, che ha detto che i negoziati «stanno facendo molti progressi» verso un accordo per il rilascio degli ostaggi. Ed ha ribadito che «veramente spera che entro l’inaugurazione avremo delle buone cose da annunciare a nome del presidente». Witkoff ha detto che tornerà a Doha dove domani si svolgerà un round di negoziati. «È il presidente, la sua reputazione, le cose che ha detto che stanno guidando i negoziati e così si spera che le cose funzioneranno e salveremo delle vite», ha concluso.
Sull’Italia: da Meloni grande rispetto
Gli Stati Uniti al momento sono un «Paese sotto assedio» e «all’estero nessuno ci rispetta, ma ora lo fanno», ha detto Donald Trump, aggiungendo: «Come sapete, il primo ministro italiano è venuta qui l’altra sera, è volata qui ed è ripartita. Voleva vedermi». Meloni, ha poi aggiunto Trump, ha mostrato «grande rispetto», così come il presidente francese Macron in occasione della visita a Parigi per la riapertura della duomo di Notre Dame.
Perdono per gli insorti del 6 gennaio
Donald Trump ha detto di valutare la possibilità di perdonare gli insorti del 6 gennaio 2021, anche se condannati per reati violenti. «Beh, ci stiamo pensando», ha affermato il presidente eletto rispondendo alla domanda di un giornalista. Trump ha poi aggiunto: «Le persone che hanno fatto delle cose cattive non sono state perseguite e le persone che non sono nemmeno entrate nell’edificio sono in prigione in questo momento. Quindi, ci occuperemo di tutta la faccenda. Ma farò dei condoni importanti, sì».
Tassi d’interesse eccesso alti
«I tassi d’interesse sono davvero eccesso alti»: è un altro dei temi sollevati da Trump, durante la conferenza nome. Già durante la campagna elettorale, aveva più volte accusato la Federal Reserve di tenere d’gusto i tassi eccesso alti, promettendo di abbassarli pur non avendone la facoltà. Ha poi più volte dichiarato che il presidente degli Stati Uniti dovrebbe avere un peso nelle decisioni della Fed sui tassi d’interesse, minacciando quindi l’indipendenza della Banca stazione, e criticato il presidente della Fed, Jerome Powell, per la cautela adottata sui tagli.