Sono bastati pochi minuti per capire chi ha vinto – anzi stravinto – i caucus dell’Iowa e il primo, potenzialmente significativo passo verso la nomination repubblicana per la Casa Bianca: Donald Trump ha rispettato i pronostici e in una notte da gelo e maltempo record ha schiacciato i rivali con il 51% dei consensi. L’Associated Press ha annunciato l’esito a solo mezz’ora dall’inizio delle assemblee di partito, apertesi alle 8 di sera in quasi 1.700 tra palestre, biblioteche, chiese e locali sparsi nello stato rurale americano. Tanto rapidamente, e assai prima del conteggio di tutti i consensi, da sollevare accuse di interferenze con i risultati da parte degli avversari dell’ex Presidente.
Terza nomination?
L’affermazione di Trump è tuttavia indiscutibile. Ha dato credito ufficiale alla sua ambizione di ottenere la terza nomination consecutiva – e un rematch con il probabile candidato democratico, il Presidente in carica Joe Biden – superando di slancio anche l’ostacolo dei 91 reati penali dei quali è accusato in molteplici procedimenti. Ha fatto storia politica staccando gli avversari interni di oltre 30 punti, ben oltre i 13 punti che rappresentavano il precedente massimo negli annali elettorali. “Grazie grande gente dell’Iowa” ha detto Trump a risultato acquisito. E ha già sfoderato toni da successo finale nella battaglia pèr la Casa Bianca, affermando, lui che è al centro della polarizzazione dell’elettorato, di voler “unire il Paese”.
Duello DeSantis-Haley per il secondo posto
La corsa per il secondo posto, e per la chance a continuare a sfidare Trump nel resto delle primarie conservatrici nonostante il suo ampio vantaggio nei sondaggi nazionali, è stata decisamente più competitiva: il governatore della Florida Ron DeSantis l’ha spuntata di stretta misura con circa il 21% contro il 19% di Nikki Haley, ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice all’Onu. Il giovane imprenditore tech Vivek Ramaswamy è stato fanalino di coda in singola cifra percentuale e al termine ha annunciato il su ritiro dalla corsa e il suo appoggio al vincitore Trump.
Ora New Hampshire e South Carolina
Difficile sapere se questo risultato basterà a tenere DeSantis e Haley davvero in corsa per la nomination. Loro hanno promesso di continuare: i prossimi appuntamenti, fra una settimana le primarie del New Hampshire e poi quelle in South Carolina, potrebbero essere decisivi. Per DeSantis, che aveva puntato molto sull’Iowa con il suo elettorato ultra-conservatore e evangelico e che invece non ha fatto davvero breccia. DeSantis si era vantato di aver fatto campagna in tutte e 99 le contee dello stato. E con un’immagine di conservatore duro e coerente aveva sperato, ad un certo punto, anche di sconfiggere Trump. Nella notte ha detto di “non voler accampare scuse” per la sconfitta e promesso di “non deludere” i suoi sostenitori . Anche Haley, facendo leva su una campagna più moderata, non può certo celebrare: aveva puntato ad affermarsi con un robusto secondo posto che valicasse di slancio la soglia del 20 %. Nulla da fare. Alla fine ha comunque ringraziato chi si è schierato con lei e rivendicato, facendo buon viso a cattivo gioco, di aver iniziato in Iowa con solo il 2% nei sondaggi. Spera adesso in una riscossa con un exploit in particolare in New Hampshire, tra i suoi elettori meno ideologici e più indipendenti. Ha affermato che la corsa nazionale per la nomination alla fine sarà un duello fra lei e Trump. E detto che sia Trump che Biden rappresentano il passato mentre lei il futuro.
Gelo storico
L’Iowa conta poco a livello di numeri: invia solo 40 delegati alla Convention nazionale repubblicana su un totale di quasi 2.500. Ma l’esito dei suoi caucus può generare slancio o deprimere le campagne. In Iowa le temperature tra i 30 e i 40 gradi sottozero hanno limitato la partecipazione alle assemblee di partito, stimata tra i 100.000 e i 110.000 elettori contro i 186.00 nel recente passato. Ma questo non ha cambiato la dinamica del voto e il suo peso. Trump, alla testa del su movimento populista di destra Maga, è parso riuscire a raccogliere anzitutto un elettorato in grande maggioranza bianco nello stato ma mostrando forza sia tra gli evangelici, sempre più portatori di un’identità politica più che religiosa, che tra le fasce meno istruite e popolari e anche tra i segmenti più istruiti che in passato gli erano sfuggiti. Trump si è affermato anche a Des Moines e Iowa City, patria di un elettorato con istruzione universitaria e più sofisticato che doveva essere piuttosto il bacino di voti di Haley. Significativo è inoltre il fatto che Trump aveva perso i caucus dell’Iowa nelle primarie del 2016 che lo avevano poi visto vincere la presidenza.