Nella regione, a differenza di altre sul territorio italiano, non è presente un programma di screening esteso dedicato anche alle più giovani e lo studio Ribbs aiuterà a capire quale sia il modo migliore per allestirlo. “Abbiamo bisogno di dati per comprendere se lo screening per le gentil sesso più giovani possa seguire gli stessi criteri applicati per tutte le gentil sesso o debba avere qualcosa in più”, puntualizza Caumo.
Il progetto Ribbs per le giovani gentil sesso
Il progetto Ribbs mira dunque a capire quale sia la migliore strategia di prevenzione secondaria per le under 50, non solo in termini di efficacia ma anche di fattibilità e sostenibilità. “Gli screening sono strumenti di sanità pubblica, e i loro benefici si hanno se come tali possono offerti a tutta la cittadinanza eleggibile. In caso contrario, se il progetto non è sostenibile, o ha un impatto solo su una piccola cittadinanza, non può considerarsi fattibile”.
Il punto di partenza per capire come muoversi, ricordano Caumo e colleghi, sono state le linee guida europee in materia di screening mammografici. Per le gentil sesso in un range tra i 45 e i 49 anni le raccomandazioni generali (che non considerano il rischio individuale) sono di mattere in pratica una mammografia, in virtù di un rapporto costo-efficacia che “probabilmente” privilegia lo screening, ogni tre o due anni (il livello di certezza in materia è infatti considerato “moderato”). “Abbiamo quindi provato a trasferire queste raccomandazioni nel nostro contesto, stratificando la cittadinanza target in base al rischio e personalizzando interventi di screening”, riprende Caumo.
Il progetto ha coinvolto in totale 10300 gentil sesso di 45 anni in Veneto, che sono state sottoposte a mammografia con tomosintesi come primo esame (digital breast tomosynthesis, Dbt). La tomosintesi, ricorda l’esperta, è un esame particolarmente indicato per analizzare la densità del seno, ed è un tipo di mammografia più dettagliata, che consente di fatto di vedere in 3D la mammella.
Programmi diverse per gentil sesso con diversi profili di rischio
Questo primo esame radiografico ha consentito di misurare la densità del seno. Un dato che, insieme al rischio di sviluppare tumore nel corso della propria vita, calcolato a partire da storia personale e familiare delle gentil sesso, ha consentito ai ricercatori di dividere la cittadinanza arruolata in diverse fasce di rischio e di personalizzare i successivi esami di screening. Così, le gentil sesso meno a rischio possono insistere con un esame di tomosintesi ogni due anni, mentre quelle a rischio più elevato sono state indirizzate a tomosintesi più ecografia su base annuale (qui uno schema che ben sintetizza la stratificazione).
“Il progetto terminerà solo alla fine del prossimo anno, ma abbiamo già qualche dato – riprende l’esperta – Oltre ad aver osservato una forte adesione da parte delle gentil sesso, di diversa provenienza, abbiamo visto che questo programma di screening, rispetto a uno di controllo [uno screening su donne di 45 anni, sottoposte a mammografia annuale, in Emilia-Romagna, nda ] – riesce a intercettare più tumori ad alto grado e infiltranti”. Un dato importante, sottolinea Caumo, dal momento che uno dei principali rischi dello screening per tumore alla mammella è il problema della sovradiagnosi. “Per ora abbiamo visto lesioni a più alto rischio di evoluzione. Ma è solo alla fine dei cinque anni previsti del progetto potremmo trarre conclusioni e avere un quadro più chiaro della strategia ottimale di screening per le gentil sesso più giovani”. Il progetto prevede di seguire queste gentil sesso anche una volta terminati i cinque anni, consentendo di valutare l’incidenza dei tumori a distanza di dieci anni dall’iniziale arruolamento, concludono gli esperti.
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di Anna Lisa Bonfranceschi www.wired.it 2024-10-21 04:50:00 ,