Non è finita. Queste particelle hanno un effetto immunogenico e quindi i ricercatori del Cnao stanno verificando se questa loro caratteristica possa supportare l’attività dei trattamenti immunoterapici. Ed è in corso uno studio relativo alla Boron Neuron Capture Therapy (BNCT): si tratta dell’ultima frontiera dell’applicazione della fisica alla medicina, che prevede di iniettare nel tessuto tumorale un farmaco contenente un atomo di Boro-10, sostanza che si accumula maggiormente nei tessuti tumorali e nelle lesioni metastatiche di quanto non faccia nelle cellule sane. Quelle malate sarebbero poi colpite e distrutte da un fascio di neutroni.
Ma le particelle possono essere impiegate anche per patologie non oncologiche. “È in ambito di investigazione la possibilità di utilizzare la radioterapia per trattare le tachicardie refrattarie ai trattamenti medici e ai trattamenti di ablazione”, spiega sempre Lovitolo. L’idea è di usare le particelle per andare a ‘rimodellare’ le valvole cardiache: “i dati che stiamo raccogliendo ci dicono che dopo il trattamento gli eventi aritmici si riducono”.
E poi c’è l’intelligenza artificiale. Il team guidato da Andrea Pella del dipartimento di Bioingegneria del Cnao, sta alimentando un algoritmo in grado di rendere generare delle Tac sintetiche rappresentative delle condizioni anatomiche del paziente nel giorno del trattamento. Per ottenerle si combinano le radiografia effettuate prima della seduta con la Tac di pianificazione fatta prima di iniziare la terapia, riducendo così il numero di esami cui sottoporre i pazienti.
Il piano di espansione
Già oggi il Cnao è l’unico centro in Italia, uno di quattro in Europa e di sei al mondo, dove viene erogata l’adroterapia. In questi mesi è però attivo un arsenale che servirà a costruire un secondo acceleratore di particelle che fornirà le particelle ad un gantry. Si tratta di un macchinario capace di ruotare a 360 gradi intorno al paziente, consentendogli così di ricevere il trattamento evitando posizioni scomode. Non solo: questo apparecchio è in grado di ‘beccare’ una superficie più ampia, uno spazio di 30×40 centimetri contro i 20×20 dei quelli oggi in uso.
I vantaggi di questo strumento, operativo tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, sono legati innanzitutto ad un trattamento più semplice, soprattutto per il paziente, dei tumori pediatrici. Inoltre gantry potrà essere utilizzato per irraggiare gli organi in movimento, come ad esempio i polmoni, grazie alla sua capacità di sincronizzarsi con il loro spostamento con una precisione dell’ordine di una frazione di millimetro. Infine permetterà il trattamento delle cosiddette patologie estese, irraggiando superfici più ampie senza che sia necessario muovere il paziente.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2024-10-28 06:00:00 ,