Tumori, una nuova ricerca conferma il legame tra cattiva alimentazione

Tumori, una nuova ricerca conferma il legame tra cattiva alimentazione

Tumori, una nuova ricerca conferma il legame tra cattiva alimentazione


Grazie al contributo della fondazione Airc per la ricerca sul cancro si è fatta luce sulla malattia da fegato grasso (Masld) che facilita l’insorgenza del tumore. A questo proposito, nel corso dell’intero mese di novembre, torneranno i giorni della ricerca della fondazione fondata da Umberto Veronesi dedicati a informare e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca sul cancro e sulle patologie che ne possono aumentare il rischio.

La malattia da fegato grasso (Masld), su cui si concentra il nuovo studio finanziato anche da Airc, si manifesta quando l’apporto energetico derivante dal cibo supera le necessità dell’organismo, causando l’accumulo di trigliceridi negli epatociti. Questa condizione, ci dicono i medici, provoca steatosi epatica, che può evolvere in fibrosi, cirrosi e persino epatocarcinoma. Tuttavia le nuove ricerche fanno emergere che, oltre a colpire il fegato, la Masld è legata a un’infiammazione che si estende oltre l’organo, associandosi a obesità viscerale e squilibri metabolici, aumentando perciò il rischio di sviluppare diverse forme di tumore.

Gli studi condotti da Antonio Moschetta, docente del Policlinico universitario di Bari, evidenziano, infatti, un aumento significativo del rischio di cancro nelle donne affette da malattia da fegato grasso. Questa ricerca ha coinvolto un ampio campione di oltre 600 pazienti sottoposti ad analisi approfondite, tra cui parametri clinici, ecografici ed ematochimici. Nel corso di un periodo di follow-up di otto anni, ben 62 donne hanno sviluppato patologie tumorali, e di queste, 36 hanno ricevuto una diagnosi di tumore nella sfera ginecologica, comprendente mammella, utero e ovaio.

I risultati dell’analisi, pubblicati su Scientific Reports, parte di un gruppo editoriale che include anche la rivista Nature, hanno individuato la presenza di fibrosi epatica come una base metabolica comune tra le donne che hanno sviluppato il cancro. In particolare, le pazienti con indici di fibrosi più elevati hanno mostrato un rischio oncologico fino a sei volte superiore rispetto a coloro che non presentavano questa condizione.

Un aspetto significativo di questa scoperta è la possibilità di predire la presenza di fibrosi epatica attraverso l’utilizzo di formule matematiche basate sui valori degli esami ematochimici relativi alla funzionalità epatica. Questo potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi precoce del rischio di sviluppare patologie tumorali in donne con malattia da fegato grasso.



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di Redazione www.wired.it 2023-11-13 15:46:53 ,

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