Tutti gli “amici” di Putin. I partiti italiani e i loro rapporti con la Russia

Tutti gli “amici” di Putin. I partiti italiani e i loro rapporti con la Russia


Quali sono i partiti italiani che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, hanno intrattenuto i rapporti più intensi con la Russia? È questa una delle domande più assillanti salita alla ribalta nella caldissima campagna elettorale italiana dell’estate 2022. E non è neppure difficile capire il perché. In un’arena dove vale tutto, una formazione politica che nel recente passato abbia sostenuto – per più ragioni – posizioni pro Mosca, rischia adesso di essere etichettata dagli avversari come “amica” del Vladimir Putin di turno.

Tutti gli “amici” di Putin. I partiti italiani e i loro rapporti con la Russia

Una stigmatizzazione spesso fine a se stessa, ma potenzialmente capace di spostare, da una parte all’altra, i voti dell’elettorato.

Amici (e nemici) della Russia

È interessante, allora, leggere con attenzione un rapporto di Vote Watch, che ha fotografato il periodo compreso tra il 2019 ad oggi. L’analisi in questione ha preso in considerazione i voti espressi al Parlamento europeo in merito ai più importanti provvedimenti legati alla Russia.

Ebbene, la ricerca sopra citata ha sì confermato l’effettiva vicinanza di vari partiti alla Russia, ma ha anche riservato sorprese inaspettate. Restando in Italia, Matteo Salvini – e quindi la Legaè più volte finito nell’occhio del ciclone, accusato di essere uno dei leader italiani meno critici nei confronti di Putin. Non dovrebbero tuttavia bastare le semplici accuse mosse dagli avversari per determinare o meno la vicinanza di un partito al Cremlino.

Se, infatti, guardiamo alle azioni concrete in campo europeo, scopriamo che il Carroccio si è rivelato molto più fermo di altri partiti nel votare atti parlamentari inerenti gli affari russi. Nell’83% dei casi gli eurodeputati leghisti hanno votato su posizioni di condanna nei confronti della Russia, in contrasto con quelle espresse da molti degli alleati della Lega in Europa. In altre parole, solo nel 17% dei casi la Lega si è espressa a favore del Cremlino.

Un valore più basso del 22% collezionato da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Ppe ed Ecr hanno criticato Mosca e proposto durissime sanzioni. Queste posizioni sono state condivise dai partiti che fanno parte dei due gruppi, per l’Italia Forza Italia e Fratelli d’Italia. Entrambi, nel 90% dei casi, si sono espressi contro Putin. Al contrario, le formazioni nazionaliste e la sinistra radicale si sono rivelati decisamente più accomondanti.

Mosca e Pechino

Allargando lo sguardo al di là dei confini italiani, notiamo come numerosi partiti europei abbiano spesso votato a favore della Russia, o comunque non contro. Tra questi troviamo Podemos, formazione politica spagnola di sinistra facente parte della maggioranza di governo, con il 72% di voti pro Russia (o non contro). In Germania, su percentuali simili, viaggiano Die Linke, estrema sinistra, e Afd, estrema destra. In Francia tiene banco il caso del Rassemblement National di Marine Le Pen, con appena il 18% di voti espressi contro Mosca.

Piccolo particolare: al Parlamento europeo Lega, Afd e Rassemblement National sono alleati. Eppure, il Carroccio ha dimostrato di aver imboccato un’altra strada. Da sottolineare, infine, l’atteggiamento adottato da Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orban – considerato tra i più vicini a Putin – che negli ultimi tre anni ha espresso il 22% dei voti a favore della Russia.

Nel frattempo, uno studio pubblicato dal Royal United Services Institute (Rusi), ovvero un think tank attivo nell’analisi di questioni inerenti alla sicurezza nazionale, ha acceso i riflettori sul rischio di interferenze esterne sulle imminenti elezioni politiche italiane.

Il report si intitola Russian and Chinese influence in Italy, e cioè Influenza russa e cinese in Italia, e richiama l’attenzione sui “tentativi di interferenza esterna” e sulle “connessioni economiche” che giocano un ruolo “nell’influenzare la pianificazione politica dell’Italia verso Mosca e Pechino“. A proposito della Cina, ricordiamo il periodo d’oro nel quale, durante il primo governo Conte, tra il 2018 e 2019, il Movimento 5 Stelle ha aperto le porte della Nuova via della Seta all’Italia. Al momento, però, la Cina sembra essere scomparsa dall’agenda dei partiti italiani, M5s compreso.



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Federico Giuliani , 2022-08-27 14:54:22 ,

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