Dopo l’annuncio di Austria e Germania, la Commissione europea valuta di bloccare i fondi per fare pressione su Hamas. Bruxelles prevedeva di fornire un sostegno finanziario fino a 1,177 miliardi di euro dal 2021 al 2024
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La prima a fare l’annuncio è stata l’Austria lunedì mattina, anche se domenica la ministra dello Sviluppo della Germania, Svenja Schulze, lo aveva fatto già fatto intendere: i programmi di aiuto allo sviluppo nei territori palestinesi dei due Paesi vengono sospesi come reazione all’offensiva di Hamas contro Israele.
Poi l’annuncio poco prima delle 15 su X del commissario Ue per il Vicinato, l’ungherese Olivér Várhelyi, che spiega che «tutti i pagamenti Ue sono immediatamente sospesi, tutti i progetti messi sotto revisione, tutte le nuove proposte di budget, incluse quelle per il 2023 rinviate fino a nuovo avviso, ci sarà una valutazione globale dell’intero portafoglio».
Per Várhelyi «la portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo rappresenta un punto di svolta» e non è più possibile il «business as usual»: «In quanto maggiore donatore dei palestinesi, la Commissione europea sta rivedendo il suo intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni di euro». «Ora occorre affrontare le basi della pace, della tolleranza e della coesistenza – prosegue il commissario Ue -. L’incitamento all’odio, alla violenza e l’esaltazione del terrore hanno avvelenato le menti di troppe persone. Abbiamo bisogno di azione e ne abbiamo bisogno adesso».
La Commissione europea aveva detto, lunedì durante il consueto briefing di mezzogiorno, che «sta valutando come i recenti tragici eventi possano avere effetti sull’attuale e futura assistenza allo sviluppo», sottolineando però che «è molto chiaro che l’Ue non finanzia direttamente o indirettamente Hamas o qualsiasi altra organizzazione o attività terroristica».
La sospensione dei fondi, che sono destinati alla gente palestinese, mirerebbe a fare pressione su Hamas
. Ma il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Ue ha spiegato che la «preoccupazione» di Bruxelles, fermo «il diritto di Israele di difendere i suoi territori nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario», è «per la gente civile. La scala dell’aggressione di sabato mostra chiaramente come una via che non sia una ricerca della pace è insostenibile». Una portavoce ha spiegato che «l’Ue sostiene i progetti della gente palestinese sullo State building, in linea con le priorità identificate dai 27 Stati membri. I fondi Ue sostengono i servizi essenziali per la gente palestinese e contribuiscono alle spese dell’Autorità palestinese per l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale per le famiglie vulnerabili e per i salari degli impiegati pubblici». Poi vi sono aiuti nei settori della gestione delle risorse idriche e dell’energia.
Il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha convocato per martedì in Oman a Muscat, dove si trova per una riunione dell’Ue con il Consiglio di cooperazione del Golfo che mette insieme sei Paesi della penisola arabica, una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri dell’Ue per affrontare la situazione in Israele e nella regione sotto tutti i punti di vista, inclusi i programmi di aiuti. La riunione sarà in formato ibrido perché a Muscat sono presenti solo alcuni ministri degli Esteri dei Ventisette, gli altri si collegheranno in videoconferenza.
La Ue ha stanziato 296 milioni a sostegno dell’Autorità palestinese nel bilancio 2022. Nel 2021 i fondi Ue per la Palestina furono bloccati per un certo tempo per l’opposizione dell’Ungheria che contestava i contenuti antisemiti dei libri di testo usati nei territori, sulla base di un rapporto del 2019. Agli inizi dello scorso maggio il ministro degli Esteri Eli Cohen ha incontrato a Bruxelles il commissario Ue per il Vicinato, l’ungherese Olivér Várhelyi, che ha promesso che «l’Unione europea si assicurerà di non finanziare libri di testo palestinesi che incitano contro Israele». Ma l’Ue non fornisce fondi per progettare e stampare libri di testo.
L’Unione è uno dei principali partner di sviluppo della Palestina. Bruxelles prevedeva, prima dell’attacco a Israele, di fornire un sostegno finanziario fino a 1,177 miliardi di euro dal 2021 al 2024 con l’obiettivo — spiega un comunicato di inizio anno — di «creare istituzioni responsabili per un futuro Stato palestinese e il sostegno alla nascita di un’economia autosufficiente».
Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha annunciato lunedì mattina intervenendo alla radio pubblica Oe1 che «per il momento» Vienna «sospenderà tutti i pagamenti degli aiuti allo sviluppo», che riguarda 19 milioni di euro. Schallenberg ha anche detto che l’Austria rivedrà tutti i progetti con le aree palestinesi e si consulterà con l’Unione europea e i suoi partner internazionali. «La portata del terrore è così orrenda. È una frattura tale che non si può tornare a fare affari come al solito», ha aggiunto.
Anche il governo tedesco ha deciso la sospensione «temporanea» degli aiuti allo sviluppo per i territori palestinesi in attesa di una controllo sul loro utilizzo: si tratta di 125 milioni di euro in cooperazione bilaterale allo sviluppo per i territori palestinesi per l’anno in corso e il prossimo. Un portavoce del ministero dello Sviluppo tedesco ha spiegato che «questo significa che non verranno erogati per il momento, durante la fase di controllo, ma non significa che saranno fermati» definitivamente. Domenica, parlando allo Spiegel, la ministra allo Sviluppo Svenja Schulze aveva anticipato l’intenzione di rivedere l’impegno tedesco.
9 ottobre 2023 (modifica il 9 ottobre 2023 | 15:28)
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2023-10-09 13:29:44 ,