https://www.ansa.it/sito/img/ico/ansa-700×366-precomposed.png
A Napoli, operaio scambiato per amante sorella di uno dei mandanti
(ANSA) – NAPOLI, 21 DIC – Con la camorra non c’entrava
proprio niente, Giulio Giaccio, 26 anni, di cui si sono perse le
tracce il 30 luglio del 2000: fu ucciso per un errore da due
esponenti di spicco del clan Polverino perché ritenuto l’amante
“indesiderato” della sorella di uno dei due killer. E il suo
corpo venne distrutto, con l’acido. Una fine orrenda che però
ora ha dei responsabili: al termine di indagini coordinate dalla
DDA, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno
notificato nuove accuse e due ordinanze di arresto ad
altrettanti esponenti di spicco del clan Polverino.
Si tratta di Salvatore Cammarota, 55 anni, detenuto a L’Aquila,
e di Carlo Nappi, 64 anni, in carcere a Livorno. Per fare luce
sull’accaduto sono state necessarie anche le dichiarazioni di
alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Giuseppe Simioli, ex
boss del clan Polverino, e Roberto Perrone.
I successivi accertamenti degli inquirenti hanno consentito di
scoprire che l’operaio napoletano (era del quartiere Pianura)
Giulio Giaccio, venne scambiato per un certo Salvatore, un uomo
che stava intrattenendo una relazione osteggiata con la sorella
di Cammarota. I due arrestati, fingendosi poliziotti,
costrinsero la vittima – che era in compagnia di amico il quale
poi diede avvertì i familiari – a salire a bordo della propria
auto dove venne interrogato.
Giaccio negò più volte di avere una relazione sentimentale con
quella donna, ciononostante venne ucciso con un colpo d’arma da
fuoco alla testa e il cadavere distrutto completamente,
utilizzando dell’acido. La vicenda fu oggetto di diverse
indagini, tutte archiviate. Subito dopo la sparizione vennero
ascoltati diversi parenti di Giaccio e tutti confermarono agli
investigatori che lui con la criminalità non aveva mai avuto
rapporti. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
di
www.ansa.it
2022-12-21 17:28:23 ,