Mosca smetta di ricattare il mondo con la minaccia di una catastrofe nucleare a Zaporizhzhia, ritiri le truppe dalla centrale e consenta la missione dell’Aiea. L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, parla nel giorno dell’indipendenza del suo Paese, che coincide con i sei mesi di guerra, e denuncia l’atteggiamento della Russia su Zaporizhzhia. In un’intervista all’Adnkronos si dice anche preoccupato per il rischio di un’escalation degli attacchi russi in tutto il Paese, come avvertito dall’intelligence americana, parla della possibilità di una ripresa dei negoziati e ribadisce la richiesta all’Occidente di aiuti continui a Kiev.
ZAPORIZHIZHIA “Mosca, nonostante la sua superiorità al potere, non è riuscita a portare a termine la sua “guerra lampo” di sottomissione dell’Ucraina. Pertanto, non sorprende che ora il Cremlino stia attivamente cercando nuovi modi per intimidire il mondo. Le azioni della Russia presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia minacciano l’Ucraina, l’Europa e il mondo – denuncia Melnyk – Per prevenire una catastrofe nucleare, la Russia deve consentire immediatamente una missione guidata dall’Aiea nell’impianto, smettere di ricattare il mondo e ritirare le sue truppe dall’impianto”.
L’ambasciatore definisce “il ricatto nucleare della Russia un’altra sfida senza precedenti al sistema di sicurezza mondiale e all’intera società democratica, la Russia deve lasciare la stazione e restituirla al controllo ucraino. Questa posizione è condivisa da tutti i nostri alleati. Non possiamo permettere una catastrofe nucleare nel 21° secolo. Dobbiamo mettere insieme i massimi sforzi dei leader di tutti i paesi affinché gli occupanti russi lascino al più presto la centrale nucleare di Zaporizhzhia e diano una risposta decisiva alla Russia che per i suoi giochi mette in pericolo la sicurezza globale e il sistema mondiale dell’ordine”.
ESCALATION ATTACCHI L’ambasciatore si dice quindi “preoccupato” per una possibile intensificazione degli attacchi russi: “Abbiamo visto tutti come si comporta Mosca e come segue le norme e le regole di guerra. L’esercito russo ha bombardato senza scrupoli ospedali, asili e ospedali per la maternità, ha effettuato attacchi missilistici sulle case dei civili, ha fatto saltare in aria centri commerciali dove c’erano donne e bambini. Abbiamo sentito nel corso degli ultimi settimane gli appelli anche al livello governativo tramite i rappresentanti diplomatici all’eliminazione della cittadinanza civile d’Ucraina. Perciò siamo naturalmente preoccupati per il possibile aumento degli attacchi al nostro Paese, innanzitutto, visto importanza di questa settimana piena degli eventi: la festa nazionale, il Vertice della Piattaforma di Crimea, visite di varie delegazioni internazionali”.”La guerra – ricorda a sei mesi esatti dall’inizio dell’invasione – ha bussato alla nostra porta quando nessuno se lo aspettava. Dopotutto, l’Ucraina è un Paese pacifico e gli ucraini sono persone pacifiche, completamente concentrate sulla costruzione del proprio Stato. Non siamo mai andati in guerra con nessuno. Tuttavia, il nostro vicino russo, sfortunatamente, ha altri valori e altre ambizioni. Oggi è la festa nazionale d’Ucraina, il Giorno dell’Indipendenza, ma, per ironia della sorte, segna anche mezzo anno preciso dall’invasione armata russa. Per il sesto mese stiamo combattendo per la nostra indipendenza e libertà. Chi non aspettava tanto coraggio, unità e fermezza degli ucraini è proprio lo stato aggressore”.
NEGOZIATI Melnyk affronta poi il tema di una possibile ripresa dei negoziati, cui sta lavorando con grande impegno la Turchia, possibilità alla quale non sembra credere: “Tutte le guerre finiscono con le trattative. Prima o poi. E la leadership del nostro Paese e i nostri partner internazionali hanno ripetutamente invitato la Russia al tavolo dei negoziati ancora prima dell’invasione. Conosciamo la risposta. I leader delle principali democrazie mondiali hanno proposto una serie di iniziative volte a fermare questa guerra assurda il prima possibile. Ma dopo Bucha le possibilità dei negoziati si sono diminuite drammaticamente”.
AIUTI OCCIDENTE Infine gli aiuti dell’Occidente all’Ucraina, con l’appello “a fare di più”. “Dall’inizio dell’invasione armata russa, il supporto e l’assistenza dei paesi occidentali è stato senza precedenti – riconosce l’ambasciatore – Ma è ovvio che si può e si deve fare di più. Il mondo intero ha visto le atrocità dei russi in Ucraina che Proseguono ad accadere. Ricatto del gas, minacce alla sicurezza degli impianti nucleari, creazione dei presupposti per una crisi alimentare globale, la Russia non trascura nessuno strumento”. “Pertanto – conclude Melnyk – la risposta congiunta dei paesi occidentali deve essere dura, chiara e massimamente demotivante per la Russia. E questo non riguarda solo la condanna dell’aggressione, ma dovrebbe includere una serie specifica di misure: fornire all’Ucraina armi, aiuti finanziari e umanitari, rafforzare le sanzioni, portare la Russia alla responsabilità, al recupero dei danni dall’aggressione. Queste non possono essere azioni una tantum, è un lavoro congiunto e sistematico, solo senza vittime umane e senza la distruzione di case, industrie e infrastrutture”.
ELEZIONI “In primo luogo, le elezioni sono un processo normale e naturale, una manifestazione dell’ordine legale democratico, per il quale l’Ucraina sta lottando così disperatamente. E nonostante alcune divergenze di opinione – è la convinzione dell’ambasciatore – tutte le forze politiche in Italia concordano sul fatto che l’invasione russa dell’Ucraina è illegale, ingiustificata e ingiustificabile. Secondo, vale la pena ricordare che tutto ciò che è consentito esprimere in Russia sono elementi di manipolazione e di guerra ibrida. Una settimana prima dell’inizio dell’aggressione armata russa, il politologo Suslov ha osservato che l’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia, così come il riconoscimento dell’indipendenza delle cosiddette DPR e LPR, erano estremamente improbabili, poiché non sono vantaggiosi per la Russia e solo consoliderà il sostegno all’Ucraina. A quel momento il Cremlino consentiva solo una tale retorica, che era attivamente sostenuta da tutti gli esponenti di governo. Oggi il discorso è già diverso e domani potrebbe cambiare di nuovo radicalmente”.ATTENTATO DUGINA “Credetemi, per la stragrande maggioranza degli ucraini, il nome di Daria Dugina è diventato noto solo dopo la sua morte. Questa persona – sostiene l’ambasciatore – non ha significato nulla per l’Ucraina, ma le accuse contro l’Ucraina sono abbastanza attese. In linea di principio, non c’è nulla di nuovo per noi in questa situazione: un flusso infinito di bugie, accuse fabbricate e falsificazioni. In due giorni in Russia è stato rivelato l’omicidio di Dugina e, ad esempio, per 16 anni non sono stati in grado di trovare gli assassini di Anna Politkovskaya”.
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2022-08-24 09:35:31 ,