La diga della riserva naturale di Nova Kakhovka, nella regione occupata di Kherson in Ucraina, è stata distrutta nella notte del 6 giugno 2023. La diga tratteneva circa 18 miliardi di metri cubi d’acqua del fiume Dnipro, che ora stanno scorrendo a valle, verso la città di Kherson e il mar Nero, allagando tutto ciò che si trova sulle due rive del corso d’acqua. Quasi 40 mila persone vivono nella zona dell’inondazione, che ha messo anche in pericolo l’approvvigionamento idrico della Crimea e i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Gli effetti della distruzione
Le prime conseguenze sono di carattere ambientale. Già ben 150 tonnellate di petrolio si sono riversate in acqua e sono finite nei terreni circostanti, fuoriuscendo dai serbatoi della diga, e ce ne sono altre 300 che potrebbero defluire in acqua da un momento all’altro. Kherson è un importante polo agricolo e l’inondazione rischia di spargere in tutta l’area sostanze e componenti chimici delle varie imprese, tra cui diserbanti e concimi.
In base a quanto riporta Associated Press, sono 20 mila gli ettari di terreni agricoli andati distrutti e si prevede che la produzione agricola della zona sarà interrotta per i prossimi 5 anni. C’è poi il problema delle malattie, come il tetano, che rischiano di proliferare nella zona, già a corto di infrastrutture e capacità logistiche medica a causa dell’invasione della Russia.
La distruzione della diga ha poi distrutto completamente il sistema di approvvigionamento idrico principale di gran parte della regione, lasciando decine di migliaia di persone in carenza di acqua potabile, per l’irrigazione dei campi e per il funzionamento delle industrie. Lo stesso discorso vale per la penisola di Crimea annessa illegalmente dalla Russia, che dipende per la maggior parte dai rifornimenti d’acqua in arrivo dal Dnipro.
Leggi tutto su www.wired.it
di Kevin Carboni www.wired.it 2023-06-06 16:02:32 ,