di Will Knight
Diversi altri esperti militari hanno però dei dubbi sulle presunte capacità di KUB-BLA.
“Le aziende che producono questi droni circuitanti ne pubblicizzano le funzioni autonome, ma spesso l’autonomia comporta correzioni al percorso di volo e manovre per colpire un obiettivo identificato da un operatore umano, non il tipo di autonomia che la comunità internazionale includerebbe in una definizione di arma autonoma“, spiega Michael Horowitz, docente della University of Pennsylvania che si occupa di tecnologia militare.
Impiego sempre più esteso
Nonostante gli aspetti ancora poco chiari, negli ultimi tempi la questione dell’intelligenza artificiale nei sistemi d’armamenti è diventata controversa, visto come la tecnologia si sta rapidamente facendo strada in molti sistemi militari, per esempio per aiutare a interpretare gli input dei sensori. L’esercito americano sostiene che le decisioni letali dovrebbero essere sempre in capo a una persona, ma allo stesso tempo gli Stati Uniti si oppongono a un divieto allo sviluppo di questi sistemi.
Per alcuni, la comparsa del KUB-BLA dimostrerebbe che ci troviamo su un piano inclinato verso un uso sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale nelle armi, che finirà per eliminare il coinvolgimento umano.
“Assisteremo a una proliferazione ancora maggiore di queste armi autonome letali, a meno che più nazioni occidentali inizino a vietarle”, dice Max Tegmark, professore del Massachusetts Institute of Technology e coinventore del Future of life institute, un’organizzazione che si batte contro armi di questo tipo.
Altri, però, credono che la situazione in Ucraina sia una riprova di quanto sarà difficile utilizzare l’AI avanzata e l’autonomia.
William Alberque, responsabile di strategie, tecnologia e controllo degli armamenti presso l’International institute for strategic studies sostiene che visto il successo dell’Ucraina con il Tb2, i russi non siano pronti a schierare una tecnologia più sofisticata. “Stiamo vedendo degli idioti russi sgominati da un sistema a cui non dovrebbero essere vulnerabili“.
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www.wired.it
2022-03-18 15:34:30