Ucraina, la startup che protegge russi e ucraini dalle conseguenze della guerra

Ucraina, la startup che protegge russi e ucraini dalle conseguenze della guerra


Fra poco compirò 18 anni e sono preoccupato per la leva militare. Potete dirmi se verrò arruolato per la guerra in Ucraina?”. Sono tanti i messaggi e le telefonate colme di apprensione che arrivano ogni giorno a Helpdesk.media, una startup editoriale che cerca di aiutare i cittadini russi ad evitare la coscrizione e quelli ucraini a sopravvivere durante il conflitto. Oltre a gestire la sua linea diretta via app, social e telefono, Helpdesk pubblica articoli sulla guerra rivelando storie e fatti inediti. Fondato da un giornalista russo che è stato costretto a creare la sede in Lettonia, il progetto Helpdesk ha già aiutato migliaia di persone. Grazie soprattutto ai suoi volontari che devono lavorare da alcune zone fuori dalla Russia.

Team di giornalisti da Ucraina e Russia

Siamo un gruppo di giornalisti russi e ucraini, una situazione unica nelle circostanze attuali“, ha detto il ideatore Ilia Krasilshchik. Dopo aver lavorato nel sito d’informazione russo Meduza, spesso ostracizzato dal governo di Vladimir Putin, Krasilshchik ha fondato Helpdesk per aggiungere al flusso di notizie la possibilità di aiutare realmente le persone in pericolo. Da quando Mosca ha annunciato la mobilitazione dei cittadini arruolabili, molti potenziali coscritti, incapaci o non disposti a lasciare del tutto il Paese, si sono nascosti nel territorio russo. 

Helpdesk li aiuta ad evitare gli avamposti militari e a organizzare la loro vita lontano dalle trincee. In media ogni dieci giorni, la startup di notizie in lingua russa riceve più di 20mila domande secondo il suo ideatore. Krasilshchik ha affermato che l’account Instagram di Helpdesk sta raggiungendo 2,5 milioni di utenti al mese, mentre il suo Telegram personale raggiunge i 3 milioni al giorno. Quest’ultima app è estremamente utile: Telegram è una delle poche piattaforme con cui i russi possono accedere a fonti di notizie indipendenti ed è stata l’app più scaricata in Russia negli ultimi mesi.

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Le proteste dei cittadini russi

Per i cittadini russi che non vogliono essere mandati a combattere in Ucraina, semplicemente non ci sono molte opzioni. Lettonia, Lituania, Estonia e Polonia hanno imposto il divieto di ingresso a quasi tutti i russi. Anche la Finlandia ha in programma di chiudere il confine. Ciò che resta aperta è la Georgia, dove la coda al valico di frontiera dura più di 24 ore e occasionalmente viene negato l’ingresso alle persone senza una ragione ovvia. 

Le persone che osservano questo orrore al di fuori della Russia si chiedono: perché i russi non protestano? Molti lo fanno: la prima sera dopo l’annuncio dell’invasione, la polizia russa ha arrestato più di mille manifestanti in varie città del Paese”, ha scritto Krasilshchik in un editoriale sul New York Times. La sua startup cerca di aiutare chi ha parenti o amici in carcere o i genitori preoccupati che i propri figli possano essere arruolati forzatamente. Non sorprende che le domande più frequenti riguardino come evitare il reclutamento nell’esercito russo. Helpdesk ha pubblicato una guida online su come nascondersi in Russia, ma il testo è stato bloccato rapidamente dal governo. Tuttavia, il centralino continua a rispondere alle domande individuali, mentre i canali social pubblicano periodicamente articoli per raccontare gli orrori del conflitto.

Un team di circa 50 persone lavora in remoto e dagli uffici di Riga in Lettonia, Kyiv in Ucraina e Tbilisi in Georgia rispondendo a un pubblico che è circa il 60% russo e il 40% ucraino. Per chi chiama ed è in situazioni di disagio psicologico, gli operatori di Helpdesk seguono indicazioni e guide professionali al fine di fornire supporto. Se l’operatore è preoccupato che la persona possa pensare al suicidio, può offrire supporto psicologico professionale attraverso un’organizzazione partner. 

Ovviamente Helpdesk non raccoglie informazioni identificative sulle persone che pongono domande e sfrutta un sistema sicuro via chat creato appositamente. Il progetto si basa sulle donazioni: “In questo momento abbiamo abbastanza fondi per un paio di mesi. Ma dopo l’inizio della mobilitazione abbiamo dovuto assumere molte nuove persone, quindi abbiamo urgentemente bisogno di raccogliere più fondi“, ha spiegato il ideatore. Krasilshchik e il suo team non conoscono l’età media, il sesso o l’ubicazione delle persone che cercano aiuto tramite Helpdesk. Sanno solo che tutti sono terrorizzati.





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di Andrea Indiano www.wired.it 2022-10-31 06:00:00 ,

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