di Andy Greenberg
I pagamenti alle organizzazioni ucraine che si occupano di attività belliche o agli hacktivisti pro-ucraini non sono necessariamente illegali, né rappresentano una violazione delle sanzioni. Myrotvorets center ha però riportato che almeno uno dei conti PayPal del gruppo, destinato a finanziare un programma di riconoscimento facciale, è stato sequestrato a causa di reclami su “terroristi e russi”.
Gli scambi di criptovalute che convertono le donazioni in bitcoin in dollari o in grivnie ucraine, d’altra parte, spesso sono regolati in modo molto meno severo. Robinson di Elliptic sostiene che le criptovalute, poi, offrano dei vantaggi ai donatori che non vogliono che i loro registri bancari mostrino che hanno inviato denaro a organizzazioni che potrebbero essere percepite come gruppi paramilitari. “Se dovessi fare una donazione di questo tipo, sarebbe molto meglio usare criptovalute piuttosto che un bonifico“, ha detto Robinson.
Il rovescio della medaglia
Lo svantaggio delle criptovalute, naturalmente, è che per alcuni aspetti sono un sistema ancora meno riservato del sistema bancario tradizionale, come dimostrato dal fatto che Elliptic sia stata in grado di tracciare le donazioni dei gruppi ucraini attraverso l’analisi della blockchain. Chainalysis, un azienda concorrente di Elliptic, per esempio, ha identificato uno sviluppatore di software in Francia che aveva donato 500mila dollari a molti dei partecipanti alla rivolte del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti (Robinson sostiene che Elliptic non abbia tentato di identificare i singoli donatori ai gruppi ucraini, anche se con “un po’ di impegno” sarebbe probabilmente possibile farlo, soprattutto se un’agenzia governativa richiedesse informazioni utili all’identificazione di persone partendo dagli scambi di criptovalute).
Le donazioni internazionali di criptovalute destinate alle operazioni militari non sono nemmeno sempre immuni ai sequestri. In un’altra serie di casi resi noti nell’agosto del 2020, il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha rintracciato e confiscato circa mezzo milione di dollari di donazioni in criptovalute da una serie di organizzazioni indicate come terroristiche, tra cui l’ala militante del gruppo palestinese Hamas nota come le Brigate al-Qassam.
Elliptic riporta che tutti i destinatari citati nella sua analisi avevano diffuso in modo pubblico gli indirizzi a cui inviare le donazioni, indirizzi che raramente cambiavano, o in alcuni casi non cambiavano per niente. Questo tipo di “indirizzi statici” fa sì che sia molto semplice tracciare le criptovalute, rispetto ai casi in cui il destinatario genera un nuovo indirizzo per ogni donatore. “Questo è un esempio pessimo di sicurezza, che non è davvero giustificabile – ha spiegato Alex Gladstein, responsabile delle strategie di Human Rights Foundation e storico sostenitore dell’uso di bitcoin nei movimenti di resistenza democratica –. Non è così difficile ricevere pagamenti in bitcoin senza riutilizzare lo stesso indirizzo indirizzo“.
Ma Gladstein sottolinea anche come la privacy probabilmente non sia la priorità per organizzazioni che stanno combattendo per la loro sopravvivenza. Oltre all’Ucraina, Gladstein ha indicato l’esempio delle lotte dei cittadini bielorussi con la dittatura filorussa del paese, in cui milioni di dollari in donazioni di bitcoin hanno contribuito a sostentare gli operai in sciopero. “Per la resistenza è stata davvero un’ancora di salvezza“, ha spiegato.
L’ascesa delle criptovalute come metodo per finanziare la resistenza dell’Ucraina contro la minaccia russa che incombe al confine indica una crescente consapevolezza dello stesso fenomeno, ha aggiunto Gladstein: una forma di finanziamento difficile da censurare per una raccolta di fondi veramente senza confini. “È indubbiamente un segno dei tempi – ha detto –. Le persone stanno iniziando a capire che se i loro conti bancari vengono chiusi, hanno un’altra opzione“.
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2022-02-13 06:00:00