I capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti oggi al Consiglio Europeo a Bruxelles hanno approvato le conclusioni sull’Ucraina a 26, senza l’Ungheria che ha mantenuto la propria posizione contraria, come il 6 marzo scorso.
Le conclusioni
L’Ue e i suoi Stati membri “contribuiranno al processo di pace, per aiutare ad assicurare una pace giusta e duratura, che sia nell’interesse dell’Ucraina e dell’Europa nel suo insieme”, riportano le conclusioni sull’Ucraina approvate da 26 capi di Stato e di governo su 27, senza l’Ungheria. Nelle conclusioni del Consiglio Europeo si riporta che i leader hanno discusso dell’Ucraina, che hanno avuto uno scambio di vedute con il presidente Volodymyr Zelensky (in collegamento dalla Norvegia) e che il testo allegato è “fermamente sostenuto” da 26 capi di Stato e di governo dell’Ue.
Nel testo a 26, dopo aver ribadito il sostegno “continuo e incrollabile” a Kiev, si ripete che l’Ue “mantiene il suo approccio ‘pace attraverso la forza’”, che mira a mettere l’Ucraina nella posizione “più forte possibile”, della quale componente “essenziale” sono le sue “robuste capacità militari e di difesa”. Pertanto, l’Ue rimane “impegnata a fornire ulteriore sostegno all’Ucraina e al suo popolo”, affinché possa esercitare il proprio “diritto all’autodifesa”.
Si ripete il “sostegno ad una pace giusta e completa, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale” e “accoglie con favore i principi delineati il 6 marzo scorso, che dovrebbero guidare i negoziati di pace”. I leader, si legge poi, “accolgono con favore” la dichiarazione congiunta Usa-Ucraina, “inclusa la proposta di cessate il fuoco”, nonché la ripresa della condivisione delle informazioni di intelligence tra i due Paesi. I leader chiedono poi alla Russia “di mostrare una vera volontà politica di porre fine alla guerra”.
Un percorso “credibile” verso la pace deve includere, tra l’altro, lo “scambio dei prigionieri” e il “ritorno di tutti i bambini ucraini” rapiti e deportati in Russia e Bielorussia. L’Ue resta “pronta ad aumentare la pressione sulla Russia”, anche tramite “ulteriori sanzioni” e il “rafforzamento” delle misure esistenti. I beni della Banca stazione russa rimarranno “immobilizzati” finché Mosca non cesserà la guerra e “risarcirà” l’Ucraina per i danni inflitti con la guerra.
Sulle garanzie di sicurezza, Ue e Stati membri “sono pronti a contribuire”, in particolare “sostenendo la capacità dell’Ucraina di difendersi con efficacia”. Pertanto, gli aiuti a Kiev continueranno: i leader “esortano la Commissione e i Paesi membri ad usare tutte le opzioni dello strumento per l’Ucraina per aumentare il sostegno finanziario” a Kiev. Si richiama l’iniziativa dell’Alta Rappresentante Kaja Kallas, sulla quale sono però freddi grandi Paesi come Spagna e Italia, e si esortano i Paesi ad “aumentare” gli sforzi per aiutare militarmente Kiev.
Si ribadisce l’intenzione di trascinare davanti alla giustizia gli autori di crimini di guerra commessi in Ucraina, ricordando il Tribunale speciale creato ad hoc al Consiglio d’Europa. Si richiama la ricostruzione del Paese, citando esplicitamente la conferenza che verrà tenuta in Italia nel prossimo luglio. L’Ue “intensificherà il sostegno” alle riforme che l’Ucraina deve fare “nel suo percorso verso l’adesione all’Ue” e “sottolinea l’importanza di fare progressi nei negoziati” a questo fine.
Ue ‘deplora’ fine cessate il fuoco a Gaza
Nelle conclusioni inoltre il Consiglio Europeo “deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei”. Il Consiglio “deplora il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti”. Il Consiglio Europeo “chiede un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Sottolinea la necessità di progredire verso la sua seconda fase, in vista della sua piena attuazione, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità”.
Von der Leyen: “Giorni decisivi per l’Europa”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato ai lavori dopo aver preso parte, questa mattina, al pre-vertice di Ecr con il primo ministro ceco Petr Fiala, l’omologo belga Bart De Wever e l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, presidente dei Conservatori e riformisti europei. Meloni ha poi co-presieduto insieme a Paesi Bassi e Danimarca la riunione di coordinamento sulla migrazione, alla quale si sono uniti i leader di Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Svezia e Ungheria.
All’incontro era presente anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “Questi sono giorni decisivi per l’Europa. Abbiamo un’agenda fitta per il Consiglio Europeo”, ha spiegato il capo dell’esecutivo Ue, a margine del prevertice del Ppe. “Naturalmente – ha aggiunto – discuteremo dell’Ucraina, di come arrivare finalmente a una pace giusta. Ma siamo sfidati nella nostra competitività e siamo sfidati nella nostra agenda sulla sicurezza. Quindi, il tema della competitività sarà importante per questo Consiglio Europeo”. Inoltre, “il Libro bianco, il nuovo piano per la sicurezza saranno anche al centro della discussione che avremo oggi”.
Faccia a faccia Meloni-von der Leyen
A margine dei lavori del Consiglio, Meloni e von der Leyen hanno in quel mentre avuto un faccia a faccia. Il colloquio, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “ha consentito di approfondire i temi all’ordine del giorno” del summit, “a partire dal rilancio della competitività e dal rafforzamento della difesa in tutti i suoi ambiti, concentrandosi in particolare sugli aspetti relativi al finanziamento degli investimenti”. A questo riguardo, Meloni “ha ribadito la necessità di porre l’accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello Invest-Eu, come proposto da parte italiana”, e su “strumenti europei davvero comuni” che “non pesino direttamente sul debito degli Stati”, viene spiegato.
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2025-03-20 10:17:00 ,