“Conosco Putin, conosco Zelensky. Risolverò la questione ancora prima ancora di entrare in carica”. Lo ha detto Donald Trump durante un comizio a Manchester, New Hampshire, lodando Viktor Orban come un grande leader europeo e assicurando che eviterà la terza Guerra mondiale. L’uscita dell’ex presidente Usa ora impegnato nelle primarie del partito repubblicano per un nuovo mandato alla Casa Bianca alle presidenziali di novembre ha provocato l’immediata reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Se può davvero fermare la guerra in un giorno, venga a Kiev e lo faccia”. All’ennesimo annuncio di Trump (video), sicuro di avere la ricetta giusta per “trovare un accordo in 24 ore” sulla guerra, il leader di Kiev lo ha invitato a raggiungerlo nel paese in guerra con la Russia: “Forse ha una vera idea e può condividerla con me”.
Linea Trump ostile a Zelensky
Quella di Zelensky non è un’uscita nuova, la polemica con Trump va avanti da mesi. Ma la sfida del leader ucraino comporta dei rischi, perché seppure relegate – per ora – agli slogan da campagna elettorale, le dichiarazioni di Trump svelano un chiaro disinteresse per la resistenza ucraina: il suo partito ha già messo i bastoni fra le ruote ai fondi destinati agli aiuti militari per l’Ucraina nel Congresso Usa. E il quasi certo candidato repubblicano ha già fatto intendere di voler chiudere – o quantomeno ridurre – i rubinetti americani per il Paese invaso dai russi, se fosse rieletto.
Intervenendo a Davos all’inizio di questa settimana (video), Zelensky ha provato ad allontanare i timori di un calo dei finanziamenti militari in caso di ritorno di Trump, sostenendo che “un uomo non può cambiare un’intera nazione”. E la posizione ufficiale ucraina resta di apertura, con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba che ha sottolineato l’intenzione di Kiev di “lavorare con qualunque realtà si presenterà dopo le elezioni” americane. Ma è chiaro che la vittoria repubblicana porterebbe un’aria tutta diversa nel conflitto, lontana dagli stretti abbracci e le promesse di sostegno incrollabile di Biden e Zelensky.