Mentre l’invasione della Russia non accenna a fermarsi, l’Ucraina ha dato una forte stretta contro la corruzione negli uffici pubblici e il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato tolleranza zero contro i funzionari considerati corrotti. Negli ultimi giorni, quindici funzionari statali di vario livello sono stati arrestati, licenziati o si sono dimessi. Sei di loro dovranno affrontare diverse accuse di corruzione e il Consiglio di sicurezza nazionale ha vietato a tutti i funzionari di lasciare il paese fino al termine della guerra.
L’ondata di cambiamenti è incominciata sabato 21 gennaio, dopo l’arresto di Vasyl Lozinskyi, viceministro delle Infrastrutture, accusato di aver rubato 400mila dollari allo stato gonfiando i prezzi per l’acquisto di generatori di corrente e altre attrezzature. Nei giorni successivi, è stato poi rimosso dall’incarico Vyacheslav Shapovalov, un altro viceministro, questa volta alla Difesa, accusato di aver firmato contratti alimentari gonfiati.
Inoltre, sono stati licenziati anche Kyrylo Tymoshenko, vicedirettore dell’amministrazione presidenziale ucraina accusato di legami con alcuni imprenditori ucraini, e Pavlo Halimon, numero due del partito di Zelensky, Servo del popolo, accusato di aver comprato una abitazione a Kyiv al di sopra della sua dichiarazione dei redditi. Infine, l’ondata di indagini ha portato anche al licenziamento di Oleksiy Symonenko, viceprocuratore generale dell’Ucraina, anche lui accusato di legami con figure imprenditoriali dell’Ucraina.
Come in molti altri paesi usciti dalla dissoluzione dell’Unione sovietica, l’ondata di liberalizzazioni senza controllo dei primi anni Novanta hanno reso la corruzione in Ucraina un problema endemico a livello statale, fin dai primi giorni di indipendenza. In particolare, il fenomeno riguarda gli stretti rapporti con le istituzioni dei cosiddetti oligarchi, figure spesso fuoriuscite dai vecchi apparati sovietici che, spesso tramite la coercizione violenta, sono riusciti a conquistare il monopolio di settori strategici dell’economia.
Nel corso degli anni, varie figure di rilievo nella politica ucraina hanno perso il loro ruolo proprio per accuse di corruzione, abuso di potere o brogli. Tra queste si trova l’ex prima ministra Yulia Tymosenko e l’ex presidente Viktor Janukovyc, tra l’altro l’unico presidente al mondo a essere stato destituito due volte da movimenti popolari di massa, la prima nel 2004, per brogli elettorali, la seconda nel 2014, per i suoi rapporti con la Russia di Putin che lo portarono a stracciare un accordo di associazione con l’Unione europea in cambio di un acquisto di 15 miliardi di dollari in titoli di stato.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-01-24 16:28:15 ,