Nei documenti ufficiali si chiama Dulcibella camanchaca: è un crostaceo (un anfipode in particolare) è alquanto pallido, misura quattro centimetri ed è un predatore. E questa è la caratteristica più particolare di questa nuova specie (di un nuovo genere) che arriva da lontano, perché lì dove è stata scovata, a quasi ottomila metri di profondità, di animali come questo non se ne erano mai visti, finora. Parliamo della Fossa di Atacama, la lunghissima formazione che si estende al largo di Cile e Perù, da dove i ricercatori prima d’ora avevano sì estratto degli anfipodi, ma nessuno di questi era un predatore. Ma bastava cercare.
A raccontare tutto questo è il team di ricercatori sparsi tra Usa e Cile del Woods Hole Oceanographic Institution (Whoi) e dell’Instituto Milenio de Oceanografía (Imo) che firma le presentazioni di D.camanchaca sulle pagine di Systematics and Biodiversity. Per i non addetti ai lavori un piccolo animale, ma grande all’bulbo oculare dei ricercatori considerato il contesto.
La Fossa di Atacama, così come la Fossa delle Marianne, è un luogo a dir poco estremo. Questo significa essenzialmente due cose: che lì, come tutti i luoghi estremi del nostro pianeta, si possono trovare forme di vita con adattamenti particolari, spiegano gli esperti, ma che, proprio perché così remoti, facciamo generalmente più fatica a osservare.
Il nuovo arrivato nella famiglia Eusiridae è una specie diversa dagli altri anfipodi provenienti da laggiù, che mostravano un comportamento da spazzini, al contrario appunto di D.camanchaca. “Questo stile di vita predatorio – si legge nel paper – è evidenziato dai loro gnatopodi (le prime paia di zampette del crostaceo, nda) rapaci, dalla morfologia corporea snella e agile e dall’apparato boccale predisposto alla triturazione”. Ciò detto, aggiungono gli autori, il suo ruolo nella catena alimentare è tutt’altro che chiaro così come quale sia il range di profondità al quale vive. Per capirlo serviranno nuovi studi, che analizzino in dettaglio anche il contenuto del suo apparato digerente. Per ora la nuova specie conferma che vale la pena cercare, concludono gli autori: “Questa specie amplia la nostra comprensione dei membri della rete alimentare della zona adopelagica e fornisce ulteriori prove al fatto che la fossa di Atacama, come un’isola, è un hotspot di diversità endemica”.
Una curiosità infine, sul nome. Essendo una nuova specie di un nuovo genere, servivano due nomi di battesimo. Dulcibella è stato abile (con qualche variazione) in onore del personaggio di Dulcinea del Toboso del romanzo di Don Chisciotte della Mancia, così come due generi della stessa famiglia di animali nominati in onore di altri personaggi dello stesso romanzo (Cleonardo e Dorotea). Camanchaca invece è un nome che onora la zona di ritrovamento: così si chiama una caratteristica nebbia locale, alcuni abitanti dell’area, ma soprattutto, spiegano gli autori, è anche così che i popoli andini si riferiscono all’mancanza di fama.
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di Anna Lisa Bonfranceschi www.wired.it 2025-01-06 05:30:00 ,