Un panino alla mortadella e un sogno come presagio dietro alla “mano de Dios” e al gol del secolo. Racconta questo e anche molto altro il documentatissimo libro di Andres Burgo su uno dei capitoli del calcio più affascinanti e discussi di sempre: Argentina-Inghilterra, quarti di finale del Mundial messicano del 1986. Quasi trecento pagine che il giornalista e scrittore argentino, tra i massimi esperti della Nazionale albiceleste e del Pibe de oro ha dedicato, con una certosina ricerca di testimoni e particolari, a quel match.
“La partita” (edito da 66thand2nd) è anche un atto d’amore dell’autore per la sua terra e per quell’inimitabile campione che ha fatto grandi la sua Nazionale e il Napoli, altra “patria” del Diez dove ogni angolo parla di lui.
Dunque, il panino alla mortadella. E il sogno. Due dettagli inediti e divertenti che sono solo un esempio di come la ricerca di Burgo sia stata meticolosa e ostinata. Tutto parte da un trafiletto di poche righe scovato dall’autore dalle pagine di un quotidiano ingiallito dal tempo. Recita: “Ci ha raccontato Mariani che quel giorno, domenica 22, Maradona si è svegliato prima del solito disseminando buonumore in ogni angolo della stanza”. Il giornalista cerca di capire chi è quel Mariani e che ruolo avesse. Lo rintraccia e gli parla. Roberto Mariani ha un curriculum non di primo piano, tante panchine, pochi successi, tantomeno gloria. Ma è stato, anche qui mai in primo piano, parte della spedizione argentina nel Mondiale poi conquistato. Aiutava il tecnico Carlos Bilardo. Era una sorta di terzo, dopo il ct e il suo secondo in panchina.
Lo incontra (“ha settantatrè anni e una lunga relazione con la classe operaia del calcio”) in una pasticceria di Buenos Aires e lì gli svela i primi dei tanti retroscena legati a quella gara. L’allenatore ribadisce che Diego si era alzato dal letto insolitamente presto e davvero euforico quando lui e il professor Echevarria, che avevano il compito di svegliare i calciatori, avevano bussato alla stanza del capitano e dell’attaccante Pedro Pablo Pasculli che con lui dormiva. E a un certo punto aveva detto: “Ho una voglia di un panino con la mortadella!”. Desiderio esaudito perché “noi – rammenta Mariani parlando con Burgo – ce l’avevamo la mortadella eh…avevamo portato un sacco di cibo dall’Argentina per via del terremoto che c’era stato in Messico l’anno prima”.
E arriva la “rivelazione”. Burgo riporta ancora le parole del tecnico: “Diego ha anche raccontato che aveva parlato con i suoi fratelli di un’azione in cui si distendeva sulla fascia destra, puntava la porta avversaria, si lasciava tutti gli avversari sul cammino e concludeva sul secondo palo”. Un sogno premonitore. Un presagio di cosa sarebbe accaduto. Anche se, inevitabilmente, Burgo si interroga sulla fondatezza di quel ricordo, visto che ne troverà di altri simili. Qualcuno autentico, altri chissà. Poco importa, fa tutto parte di un romanzo calcistico che sopravvive al tempo e si tramanda di generazione in generazione. Con un protagonista su tutti. Manco a dirlo: Diego Armando Maradona.