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Scemi di guerra. Una guerra per procura – Davide Sabatino in dialogo con Marco Travaglio
Le mistificazioni operate dai media di regime, attorno alle vicende della guerra in Ucraina, sono forse l’aspetto più macabro che si possa evidenziare (almeno dal punto di vista della promozione occidentale). Siamo, come scrive il Direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, all’interno di una “tragicommedia”, dove gli attori in scena tentano in ogni modo di polarizzare la risposta politica alla catastrofe bellica dividendo le persone fra anti-putiniani e filo-putinani. Come se tale selezione servisse a qualcosa in termini di risoluzione del conflitto.
“Semi di guerra”, l’ultimo libro di Marco Travaglio, ha il pregio di essere un concentrato di citazioni ben selezionate che, essendo esposte una in fila all’altra, mostrano una cronologia della menzogna reiterata entro la quale nuotano quotidianamente tutti i piranha dell’informazione mainstream. È una vera è propria sequenza di bugie, di contraddizioni logiche, di sceneggiate e di dichiarazioni insensate declamate a reti unificate che — però — non sono affatto innocue ma, al contrario, inquinano i pozzi e rendono l’aria irrespirabile.
In questo voluminoso testo (457 pagine) non c’è solo un approccio critico nei confronti dell’informazione dominante. C’è anche una ricostruzione storica ricca di dettagli e di rimandi indispensabili: incominciando dalla genesi del lungo conflitto russo-ucraino, precedente all’invasione di Putin del 24 febbraio 2022, fino ad arrivare ai giorni nostri. Infatti, se vogliamo davvero mantenere uno sguardo lucido ed equilibrato su ciò che sta accadendo (tanto in Ucraina con le bombe quanto in Italia con le falsificazioni della realtà), occorre studiare approfonditamente la storia. Oltre ad affinare, come diremmo noi, il “fiuto spirituale”.
Nel breve tempo di un’intervista a distanza, siamo comunque riusciti a toccare insieme a Marco Travaglio diversi punti critici relativi alla mancanza (quasi totale) di un giornalismo e di una politica europea che non sia succube dell’ordine atlantista; ma anche a sollevare il problema relativo al come fare per fermare questa deriva militarista. Servono referendum? Manifestazioni? Un ciclo di eventi dove promuovere una visione altra rispetto alla logica guerrafondaia? Tutto questo, dice Travaglio, può accontentare. Anzi, a giudicare della posizione no-armi espressa in maggior numero dall’opinione pubblica italiana, sta già servendo.
Davide Sabatino
Movimento L’Indispensabile
20.03.2023
@darsipace
@bboydavidino
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