CAGLIARI – Oggi non hanno mandato i bambini a scuola, oggi papà e mamma li hanno portati a salutare Gigi Riva. Ed è stata una processione bella e dolce, per niente triste, con molte piccole mani che si protendevano verso il campione per consegnargli l’ultima carezza, senza alcuna paura della morte. Una camera ardente, sì: ardente d’amore.
Il pellegrinaggio allo stadio
Era ancora buio quando alle sette di mattina è ricominciato il pellegrinaggio allo stadio per il penultimo commiato, iniziato martedì pomeriggio, prima del funerale alla Basilica di Nostra Signora di Bonaria. L’atrio dove era stato collocato il feretro di Riva è rimasto aperto al pubblico fino alle 13, in un continuo passaggio di uomini e donne e, come si diceva, moltissimi bambini.
Lutto cittadino e regionale
Nel primo pomeriggio i negozi non riaprono, in ossequio al lutto cittadino e regionale che ferma la Sardegna fino a che non si completerà l’addio a Riva. I bambini hanno portato disegni, su uno di questi c’è scritto “Ciao Gigi, ti voglio bene, ci manchi”, e poi cuori di cartoncino accanto ai cuscini di fiori, e alla maglia rossoblù ai piedi della bara. Le persone hanno mandato baci con la mano e detto grazie. Nessuno ha violato il silenzio solenne, né ha sporcato la commozione estraendo anche un solo smartphone. Rispetto, affetto e dignità hanno accompagnato il campione nella sua ultima uscita insieme alla gente.
Due charter da Roma
Due i charter in arrivo da Roma, a bordo ex campioni e autorità, il ministro Abodi, il presidente del Coni Malagò, il cittì azzurro Spalletti, e azzurra è anche la tuta con cui Gigi Riva è stato vestito dai suoi cari. Non mancano alla lista Gigi Buffon e Fabio Cannavaro, per un rito organizzato in modo che Cagliari possa recarsi alla Basilica senza troppi inciampi nel giorno dello sciopero del trasporto pubblico. Le strade attorno alla chiesa sono state chiuse già dalle nove di mattina, e quasi tutti hanno deciso di recarsi a piedi al rito officiato da monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. Tocca a lui ricordare il simbolo della Sardegna, il leggendario campione e la magnifica persona.