L’Ungheria, che mantiene rapporti di cooperazione con Mosca malgrado la sua appartenenza all’Unione europea, ha autorizzato la costruzione di due nuovi reattori da parte della russa Rosatom, che non è stata inserita nell’elenco delle aziende sanzionate a Bruxelles, che saranno operativi nel 2030.
Il permesso del regolatore nazionale apre la strada all’estensione della centrale di Paks da quattro a sei reattori. Il progetto costerà 12,4 miliardi di dollari e consentirà di raddoppiare la capacità dell’impianto. La Russia finanzierà la gran parte del progetto, con un prestito di dieci miliardi di dollari e l’Ungheria si farà carico subito dei rimanenti 2,4 miliardi.
“E’ un grande passo, una pietra miliare importante”, ha commentato il ministro degli Esteri Peter Szijjarto con un post su Facebook. I lavori inizieranno nelle prossime settimane. Il primo reattore dell’unica centrale nucleare ungherese ha iniziato a essere costruito negli anni Ottanta con tecnologia sovietica. (segue)
La Finlandia lo scorso maggio ha cancellato il progetto per una nuova centrale nucleare costruita con tecnologia russa. E a marzo, la compagnie ceca dell’energia Cez ha lanciato una gara per una nuova centrale a cui però Rosatom e la cinese General Nuclear non sono state autorizzate a partecipare. E a giugno la Cez ha smesso di usare combustibili russi per la centrale di Temelin, iniziando ad acquistarli dalla Francia e dagli Stati Uniti.
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2022-08-27 10:35:32 ,