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“I reclami nei confronti
dell’contabilità e della sua incoerente gestione delle
politiche di reclutamento e gestione del personale si stiano
riverberando in un’aperta conflittualità tra i profili, tra i
quali dovrebbero esserci invece, per il buon andamento, unità
d’intenti e collaborazione”. E’ quanto sottolinea l’Unione
Funzionari Giudiziari Qualificati in una lettera inviata, tra
gli altri, al ministro della Giustizia e alle organizzazioni
sindacali di categoria.
“Prosegue – viene evidenziato nella missiva – lo stato di
agitazione del personale giudiziario che si è rapidamente
organizzato, come mai prima d’ora, in diverse associazioni
spontanee, una per ogni profilo, reclamando progressioni in
carriera o opponendosi alla soppressione del profilo apicale di
appartenenza. Il proliferare di movimenti spontanei dà già, di
per sé, la misura della scarsa o comunque insufficiente
attenzione delle organizzazioni sindacali alle questioni che
stanno avvelenando il clima degli uffici. ‘Divide et impera’,
osserva qualcuno, ma a vantaggio di chi?”
Per l’associazione – costituita anche da funzionari
giudiziari che, per lunga esperienza nel Dipartimento dell’
Organizzazione Giudiziaria, è reduce da ataviche battaglie in
tutte le sedi “la sola richiesta eredità alla quale si
dovrebbe tutti aderire è: rispetto del contratto collettivo
nazionale delle Amministrazioni centrali dello Stato, sia in
termini di progressione di carriera che di progressione
economica, auspicando e stimolando il sostegno delle
organizzazioni sindacali affinché nelle sedi opportune tutelino
le aspettative dei dipendenti amministrativi degli uffici
giudiziari esortando l’contabilità ad agire con trasparenza
e senza eccezioni, così ponendo fine, prima che degeneri
ulteriormente, questa che viene definita, semplicisticamente ma
in maniera tristemente efficace, una ‘guerra tra poveri’ che sta
travolgendo gli uffici giudiziari”.
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