Coppie unite civilmente ma non registrate, trascrizioni mancanti, certificati impossibili da scaricare. I casi raccontati dall’Espresso di persone che, attraverso la nuova anagrafe digitale, hanno scoperto problemi di ogni tipo nei propri documenti non erano affatto isolati. Dopo il nostro articolo, sono arrivate tante segnalazioni dai nostri lettori che ci chiedono di continuare a tenere alta la guardia su questo problema.
Una lettrice racconta: «Io e mia moglie ci siamo sposate all’estero nel 2015 e abbiamo registrato il matrimonio come unione civile appena possibile, nel 2017. Quando sono entrata nell’anagrafe digitale per controllare che fosse tutto corretto, alla voce “stato civile” di entrambe risultava la dicitura “anomalia”. Eravamo segnate solo come conviventi e non c’era traccia del certificato di unione civile». Va in Comune – Signa in provincia di Firenze – dove le hanno detto che nel sistema risultava tutto in regola. Grazie alla disponibilità di un’impiegata e in seguito alla richiesta di rettifica, adesso i dati sono giusti anche per la coppia. «Mi sembra opportuno tutte le persone unite civilmente verifichino e spero che questa storia non passi in sordina», conclude la donna che ci ha scritto.
«Io e mia moglie non risultiamo unite civilmente pur essendolo, io compaio come “altro parente” e infatti il suo stato civile è “non classificabile” e non può richiedere il certificato dell’unione», denuncia un’altra persona.
Le anomalie colpiscono anche coppie eterosessuali: «Sono un italiano sposato con una ragazza giapponese dal 2019 e ho scaricato anche io alcune cose tramite il servizio dell’Anpr (Anagrafe nazionale della gente residente). Purtroppo ho visto che nel certificato anagrafico di stato civile e nello stato di famiglia mia moglie non risultava coniugata con me, ma nubile».
Sembra che per non incorrere in intoppi burocratici convenga vivere all’estero, dice un lettore che si è sposato in Spagna sette anni fa: «Il nostro Paese funziona meglio visto da fuori, ho richiesto l’iscrizione all’Aire (Italiani residenti all’estero) dopo aver mandato la documentazione all’ambasciata di Madrid e nel mio caso è filato tutto liscio».
Un’altra coppia unita civilmente ad agosto di quest’anno risulta celibe dai documenti, altre in provincia di Caltanissetta hanno constatato non sia stata effettuata la trascrizione. Angelo Schillaci, docente di Diritto pubblico comparato a “La Sapienza” di Roma, spiegava a L’Espresso che «sulle unioni civili il quadro normativo è chiarissimo, vanno iscritte nei registri dello stato civile e danno luogo a un cambiamento di stato civile. L’infrastruttura digitale della Pa deve essere prettamente responsiva. Il fatto che non lo sia rappresenta nel migliore dei casi una sciatteria. Nel peggiore dei casi è il punto terminale di un vero e proprio bug culturale che continua a rendere invisibili le coppie dello stesso sesso del nostro paese».
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di Redazione
espresso.repubblica.it
2021-11-23 12:01:00 ,