di Antonio Piemontese
La conclusione? “Abbiamo ottime università, ma a livello internazionale la competizione è dura, con la California, la Cina, e non è facile entrare nella top 50, almeno non sempre. La cosa, insomma, non mi sorprende. Anche perché di solito facciamo articoli perché un nostro ateneo entra nella top 100, cioè molto più in basso”, chiosa Ragni.
La strada per lavorare nel Regno Unito
“Non vuol dire, però. che le porte sono sbarrate agli italiani – precisa il docente -. I nostri connazionali laureati negli atenei inclusi nella lista entreranno senza problemi. Resta, infatti, la strada di ottenere la sponsorizzazione da parte di un’azienda sulla base del proprio curriculum di studi. Il tema della competitività delle università italiane è noto, non rivela nulla di particolare a mio avviso. Aggiungo che la preparazione media dei laureati italiani, non necessariamente provenienti dalle eccellenze del Paese, è molto elevata ed è la motivazione per cui hanno sempre fatto molto bene qui”.
Ciò che con la normativa diventa impossibile è staccare un biglietto di sola andata per Londra alla ricerca di un lavoro, magari partendo dalla gavetta nei locali o nei negozi come una volta. Come Marco Bonomo, arrivato dieci anni fa dal Veneto con in tasca una laurea in Scienze dell’educazione, e che oggi lavora nel dipartimento Seo di un grande gruppo internazionale. “ Mio padre mi diceva: non duri una settimana lì – racconta a Wired -. E invece sono ancora qui, mi sono sposato con una ragazza inglese e da poco mi è nata una figlia“. Bonomo, oggi cittadino britannico, ha cominciato lavorando per piccoli progetti, per poi arrampicarsi passo dopo passo, “studiando le domeniche“, “accettando riduzioni temporanee di stipendio pur di imparare abilità tecniche che mi sarebbero servite”.
Storie comuni fino al 2016, che rendevano la capitale britannica il luogo dei sogni. La svolta, per lui, è arrivata due anni fa, con l’assunzione nella multinazionale. Percorsi del genere oggi sono impossibili. Anche se sono previste quote per gli stagionali dell’agricoltura, e non è da escludere che, alla bisogna, si possano riaprire i cancelli per le competenze che mancano, a partire da bar, ristoranti e logistica..
Le università come strumento di soft power
La domanda interessante, a questo punto è: la Brexit sta funzionando? Cinque anni di trattative per arrivare a un accordo che lascia ampie zone grigie; nuovi scontri (politici, fortunatamente) sulle prospettive dell’Irlanda del Nord, territorio di confine protagonista di una lunga e sanguinosa guerra civile; indicatori economici rivisti al ribasso; scaffali periodicamente vuoti nei supermercati per la mancanza di autotrasportatori non consentono di fornire una risposta positiva.
Source link
www.wired.it
2022-05-18 14:30:33