Università, l’Italia mette troppi pochi fondi per garantire lo studio
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“Idoneo ma non beneficiario”. Questa la dicitura per tutti quegli studenti che avrebbero diritto a ricevere il sostegno per il diritto allo studio all’università, come sancito dalla Costituzione, ma ne sono esclusi perché i fondi sono insufficienti. Gli studenti che restano senza supporto  pur possedendo tutti i requisiti per accedervi sono ancora una realtà in Italia: secondo gli ultimi dati pubblicati dal Mur (Ministero dell’Università e della ricerca), se nell’anno accademico 2020/2021 si era raggiunto il valore più alto di copertura degli idonei per le borse di studio (per circa il 99% degli aventi diritto), si è tornati indietro nell’anno 2021/2022 (coprendo il 97,9), lasciando fuori dal beneficio gli aventi diritto, ovvero “circa il 2% di studenti con i requisiti per la borsa di studio non ne hanno potuto beneficiare per mancanza di fondi”, spiegano i tecnici nel rapporto.

Guardando la tabella sarebbero oltre 5mila studenti rimasti senza: dei 243.493 idonei sono stati 238.357 i beneficiari. La spesa complessiva per le borse di studio negli ultimi cinque anni è aumentata fino al 2019, per subire una flessione nel 2020 e tornare ad aumentare nel 2021 (per un totale in questo anno di oltre 775mila euro). Andando però al dettaglio regionale del 2021/2022 ci sono regioni che in questo vanno meglio di altre: c’è infatti chi riesce, stando ai numeri diffusi dal Mur, a coprire interamente la quota di idonei con quella dei beneficiari (come il Piemonte, la Liguria, la Toscana) e altre come Sicilia, Molise e Abruzzo che coprono rispettivamente l’89%, l’83,8% e l’88,6%.

Mancano i soldi

Le stime sarebbero da considerarsi comunque superate. “Il Mur pubblica i dati con due anni di ritardo che possono corrispondere ad un’ampia variazione del panorama in ottica di garanzia del diritto allo studio – spiega Alessia Polisini, referente del sindacato studentesco Udu (Unione degli universitari) per il diritto allo studio –. Abbiamo più volte chiesto l’accesso ai dati reali del corrente anno accademico, senza però ricevere risposta. Sappiamo essere migliaia le studentesse e gli studenti idonei non beneficiari per l’anno accademico 2022/23 e i finanziamenti del Pnrr per le nuove misure si sono mostrati insufficienti per garantire la copertura totale di tutti gli idonei a ricevere una borsa di studio, che attualmente si attesta solo all’85%. Infatti, se da un lato aumentano gli importi e la quantità degli universitari che potrebbero ottenere le borse di studio, dall’altro sale il numero di studenti idonei ma non beneficiar.”.

Ci sono studenti che all’alba della sessione estiva non hanno ancora ricevuto la borsa di studio. “Abbiamo denunciato che anche quest’anno il ritardo della pubblicazione del riparto del Fis (Fondo integrativo statale, ndr), e che l’erogazione dei fondi non sia stata fatta in un tempo giusto – prosegue Polisini – Ci sono studenti che adesso non hanno ancora ricevuto il contributo o che lo hanno ricevuto grazie a stanziamenti da parte degli atenei a dimostrazione di come i fondi destinati al diritto allo studio siano insufficienti: serve un investimento strutturale sul Fis”.

Il tema delle risorse del Pnrr

Oggi poi va aperto un altro capitolo. Il Pnrr ha previsto un investimento preciso: borse di studio per l’accesso all’università, con la finalità di garantire la parità di accesso all’istruzione, stanziando 500 milioni di euro (250 rispettivamente per il 2022 e per il 2023) che dovrebbero servire a erogare 330mila borse entro il 2023 e 336.000 entro il 2024, aumentando gli importi medi e i massimali dei criteri economici di accesso. Questo era stato fatto anche alla luce del fatto che attualmente solo il 12% degli studenti italiani beneficia di una borsa di studio rispetto al 25% della media dell’Unione europea.



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di Simona Buscaglia www.wired.it 2023-06-23 05:00:00 ,

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