Ferrovieri sul piede di guerra, con il rischio di paralizzare quasi un terzo del trasporto merci e costare miliardi all’economia. Migliaia di infermieri che picchettano i centri sanitari in Minnesota, la più grande tre giorni di sciopero nel settore. Ancora, di recente: insegnanti in agitazione da Seattle all’Ohio e operai dell’auto che protestano nel Midwest.
I segnali di un autunno caldo sono nell’aria negli Stati Uniti, davanti a un’inflazione che erode il tenore di vita e a crisi di personale e di condizioni di lavoro e sicurezza rimaste difficili all’indomani di una pandemia che ha esacerbato le diseguaglianze. Una realtà che ha spinto il sindacato americano verso un nuovo protagonismo da una costa all’altra del Paese. Da gennaio sono aumentate del 58% le richieste alle autorità federali dell’Nlrb di tenere e certificare elezioni per l’ingresso di Union in azienda. Sondaggi Gallup mostrano un’approvazione del 71% per il sindacato, record dal 1965.
Certo, il declino storico resta, con una penetrazione del 6,1% nel settore privato che sale al 10,3% aggiungendo i dipendenti pubblici, una percentuale dimezzata in 40 anni. Gli iscritti nazionali sono diminuiti anche l’anno scorso, di 241.000 a 14 milioni.
Ma sono emerse inedite riscosse: nel 2021 Cornell ha calcolato almeno 225 agitazioni grandi e piccole, culminate nello Striketober di ottobre. E il 2022 non appare da meno: hanno continuato a “fare sindacato” anche dipendenti di società meno tradizionali e più avverse. Dalle caffetterie Starbucks (oltre 200 in due anni), che tra le controffensive ha ora annunciato nuovi benefit per dipendenti non-Union. Fino al primo successo in un magazzino Amazon (a New York) e in un negozio Apple (in Maryland).
Sanità
Le nuove agitazioni evidenziano la ritrovata vitalità. In Minnesota sono scesi in sciopero da ieri e per tre giorni 15mila infermieri contro i grandi gruppi sanitari locali. Le richieste: compensi migliori, maggiori assunzioni, voce in capitolo su turni di lavoro criticati come massacranti. Le Union della sanità sono fresche dal successo di proteste in Pennsylvania, con nuovi accordi con 13 case di riposo.