Si riparte con la quarta dose. Da lunedì 12 settembre, ci si potrà prenotare attraverso i siti regionali per ricevere il secondo richiamo con i nuovi immunizzazioni ambivalenti contro il virus originario Sars-CoV-2 e contro la variante Omicron Ba.1. Entro fine mese arriveranno 19 milioni di dosi, alle quali poi seguiranno altre forniture, anche se ci si aspetta una domanda da parte dei cittadini piuttosto bassa. Sviluppati con la tecnologia dell’Rna messaggero, questi immunizzazioni ambivalenti sono prodotti dalle aziende Moderna e Pfizer/Biontech e sono stati approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) il primo settembre, ratificati in Italia dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) il 5 settembre. Come ha già reso noto il ministero della Salute, tutti gli over 12 potranno fare la seconda dose di booster, anche se le categorie a rischio avranno la precedenza.
Base volontaria
La priorità, infatti, è tutelare gli over 60, i fragili per motivi di salute, il personale sanitario e le donne incinta, che hanno fatto la terza dose da almeno 4 mesi, cioè 120 giorni. Tutti gli altri, ha spiegato il capo della Prevenzione del ministero Giovanni Rezza «possono farlo su base volontaria, compatibilmente con l’organizzazione logistica che deve dare priorità alle categorie a rischio». Nonostante l’invito alla vaccinazione di Rezza, ma anche del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, del direttore di Aifa Nicola Magrini e del generale Tommaso Petroni direttore dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, si teme lo stesso scenario che si è presentato la scorsa primavera. In quei mesi, infatti, la campagna per la quarta dose ha coinvolto 3 milioni di persone, su un totale previsto di 20.
Dosi che arrivano…
La platea attesa è, quindi, di 17 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la seconda dose di booster. Tuttavia, per metà settembre è prevista l’approvazione da parte di Ema del vaccino Pfizer contro la sottovariante di Omicron Ba.5, ovvero quella responsabile del 90% degli attuali contagi. Vaccino che negli Usa è già stato approvato ed è già in corso di somministrazione. Anche se il professor Locatelli garantisce come «questo vaccino bivalente contro la variante Ba.1 si è dimostrato in grado di generare una risposta di anticorpi neutralizzanti decisamente significativa anche contro le varianti Ba.4 e Ba.5», il timore è che la maggioranza della cittadinanza decida di aspettare questi più aggiornati, attesi per la fine del mese. Come scrive La Stampa, calcolando che ogni fiala costa in media 20 euro, con queste 19 milioni di dosi che stanno arrivando si rischiano di buttare via 380 milioni di euro.
…e dosi che scadono
Non solo, l’Italia ha da parte altre 28 milioni di dosi che scadranno a fine anno. Magrini, direttore di Aifa, ha detto che «è in corso una valutazione sull’ulteriore validità dei immunizzazioni anche dopo la data di scadenza». Non dovessero essere validi, il denaro gettato via arriverebbe a 940 milioni. Per un totale di circa 2 miliardi di euro, se si considerano anche le 60 milioni di dosi di vaccino monovalente, solo per il ceppo originario quindi, che l’Italia ha donato ai Paesi più poveri attraverso il progetto Covax di Oms. Certo, gli acquisti sono stati fatti a livello centralizzato dell’Unione europea che sin dai primi giorni ha sempre puntato alla massima copertura vaccinale possibile. Rimane il fatto che l’Italia, comunque andrà questa nuova campagna, pagherà la sua parte del conto.
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2022-09-10 09:17:01 ,