Valeria Valente, senatrice Pd campana eletta in Puglia: «Tante battaglie, ma attaccata in quanto donna»

Valeria Valente, senatrice Pd campana eletta in Puglia: «Tante battaglie, ma attaccata in quanto donna»

Valeria Valente, senatrice Pd campana eletta in Puglia: «Tante battaglie, ma attaccata in quanto donna»


Mezzogiorno, 30 settembre 2022 – 10:38

E’ stata attaccata per aver tolto spazio alle candidature espresse dal territorio e di aver ringraziato i campani (e non i pugliesi) per l’avvenuta elezione

di Michele Cozzi

È uno degli effetti distorsivi della legge elettorale. Valeria Valente, campana, è stata eletta in Puglia col Pd, dopo avere perso la partita nella sua regione. Ma nel frattempo, secondo il consigliere regionale pugliese del Pd, Fabiano Amati, aveva ringraziato i suoi corregionali. Una tesi che la neoparlamentare contesta completamente.


Senatrice Valeria Valente. Innanzitutto auguri. Ma è vero che ha ringraziato i campani e non i pugliesi ?
«Non è assolutamente così, non vedo la polemica. La legge elettorale prevede la possibilità di candidature nell’uninominale e nel plurinominale. È accaduto per molti candidati. Ho rivolto i miei ringraziamenti alla comunità pugliese e a quella napoletana. Ho parlato in prima battuta della mia comunità, perché qui ero candidata nel collegio uninominale, dove seppur in un quadro difficile e di sconfitta ci sono stati alcuni risultati positivi che mi pareva giusto riconoscere».

Perché è andata male in Campania?
«Facciamo fatica ad affermarci come una forza utile per le fasce popolari più in difficoltà o che vivono in condizioni di marginalità, esclusione, povertà. Ma seppur in un quadro fosco a Napoli città qualche punto positivo da cui partire c’è. Qui, seppure in un contesto difficilissimo, vinciamo sul centrodestra, ottenendo 11mila voti in più. Registrare poi 3mila preferenze in più solo sul mio nome è stato un motivo di orgoglio e sorpresa e anche di grande responsabilità, non avendone mai chieste. Il Pd e la coalizione a Napoli raggiungono le migliori performance di tutta la provincia».

Vuole replicare alle accuse di Amati?
«Ripeto faccio fatica a comprendere. In quel post ho ringraziato i napoletani e anche la comunità pugliese che mi ha accolto con enorme generosità, ho detto che lavorerò per rappresentare le istanze del Sud, delle donne, dei giovani della Puglia. Credo di essere stata candidata in Puglia anche per il lavoro che ho svolto come presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza maschile contro le donne, che è stato un lavoro di carattere nazionale. Lavoro che in questi anni mi ha portato tante volte in Puglia e che mi ha permesso di rafforzare le relazioni con le reti antiviolenza e con tante associazioni pugliesi, oltre che ovviamente con tutte le donne Democratiche che ringrazio ancora una volta».

Le donne pugliesi del Pd sono rimaste all’angolo, e questo ha provocato non poche polemiche. Teme di trovare un clima non proprio idilliaco in Puglia?
«Avevo sperato di essere eletta nel collegio uninominale di Napoli per lasciare spazio alle donne pugliesi. Ho fatto di tutto per vincere a Napoli. Anche per questo non capisco proprio questa polemica e voglio sperare che non sia fatta solo perché sono una donna. Non ho visto la stessa polemica verso uomini, dirigenti nazionali che si sono ritrovati eletti in altre parti del Paese. Non è bene che si faccia fatica a riconoscere l’autorevolezza, il valore o anche semplicemente il lavoro nazionale di una donna. Voglio augurarmi che non sia così».

Quindi, quale impegno si sente di assumere con i pugliesi?
«Ho svolto tante battaglie per il Mezzogiorno e continuerò a farle anche in nome dei pugliesi, per difendere i più vulnerabili, i più esposti, contro ogni forma di disuguaglianza, difendendo il reddito di cittadinanza quando proprio necessario certo, ma promuovendo soprattutto politiche per il lavoro».

Ma il Mezzogiorno è stata una tematica centrale o periferica nel dibattito?
«Direi che è stato uno dei temi affrontati, anche grazie al pregiato contributo da parte dei nostri governatori Emiliano e De Luca, penso alla carta di Taranto per esempio, ma possiamo fare ancora di più e meglio. Abbiamo poi una classe dirigente meridionale che può e deve essere ancora più protagonista nel quadro nazionale. Penso innanzitutto a tanti nostri segretari, ma anche amministratori e amministratrici di questa area del Paese, che svolgono ogni giorno un lavoro pregiato di rappresentanza. Decaro è di sicuro tra questi».

A proposito di Decaro. Circola il suo nome per la segreteria del Pd nazionale. Cosa ne pensa?
«È troppo presto per parlare di nomi, significherebbe fare una fuga in avanti, sarebbe una scorciatoia. Inutile se non dannosa».

30 settembre 2022 | 10:38

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