VENEZIA – Rimane ancora avvolto dal mistero il caso del Canal Grande colorato di verde smeraldo ieri mattina. Le analisi dell’Arpav saranno pronte stasera e dovrebbero confermare che la sostanza versata sia un tracciante non tossico e non pericoloso, nello specifico la fluoresceina.
La domanda se sia stato un incidente o se ci sia qualcuno dietro al curioso episodio continua a non avere risposta e rimane sospesa nel dubbio. A oggi, infatti, nessuno ha ancora rivendicato l’azione, cosa che farebbe pensare che si sia trattato di un incidente. Tuttavia, sembra strano che per caso sia scivolato nelle acque di Venezia un quantitativo abbondante di fluoresceina in un giorno festivo e pochi minuti prima della partenza della Vogalonga, la regata non competitiva che da 49 anni viene svolta come protesta contro il moto ondoso delle barche a motori e per la tutela della Laguna.
In genere questa sostanza viene utilizzata per tracciare il percorso dell’acqua per individuare gli scarichi o nei bacini di laminazione per misurarne il comportamento (quanto tempo impiega a spostarsi e altri aspetti tecnici), ma in entrambi i casi le ditte o i professionisti che la usano sono abituati a comunicarlo ad Arpav o al Comune, proprio per evitare che si scateni un allarme generale. Qualcuno potrebbe anche aver provato a vedere l’effetto per curiosità, sapendo che non era una sostanza tossica. Lascia pensare però il fatto che l’effetto della polvere verde, acquistabile da tutti e in diverse colorazioni in bustine da 250 grammi, è stato identico alla performance contro l’inquinamento del 1968, realizzata dall’artista Nicolas Garcia Uriburo, deceduto qualche anno fa, i cui lavori sono esposti proprio ora alla Tate di Londra in una mostra personale.
Stamattina il prefetto Nicola di Bari ha convocato un incontro a Venezia per comunicare che, insieme alle altre forze dell’ordine, è stato approvato un dispositivo per aumentare i controlli nelle aree di Venezia dove ci sono i monumenti principali. È proprio a Rialto, il cuore di Venezia sempre strapieno di turisti e teatro spesso di striscioni di protesta o appelli, che domenica alle 8.50 le acque hanno iniziato a tingersi di un verde luccicante che si è diffuso anche nei canali minori.
“Se ci sia qualcuno dietro a questa azione è un’opzione che continua ad aggrovigliare la mente di chi da ieri sta lavorando su questo caso” ha detto di Bari. “Dobbiamo tutelare la bellezza della città. Quanto successo è un fatto grave, anzi gravissimo, perché potrebbe essere emulato. Sappiamo che quello che succede a Venezia fa sempre scalpore ed è per questo che abbiamo predisposto un dispositivo nuovo che ci permetta di monitorare ancora di più alcuni punti centrali della città”. La polizia locale sta intanto visionando tutte le telecamere per capire da dove ha avuto origine il versamento della sostanza, ma se l’azione fosse partita da una abitazione privata la ricerca sarebbe più complessa. Pochi forse sanno che Venezia non è provvista di un sistema di fogne moderno e che quello che viene versato nel lavandino o nel gabinetto va direttamente nelle acque dei canali.
L’altra ipotesi è che l’autore stia zitto per timore di prendere una sanzione. Anche su questo punto però si sta capendo se ci sono le basi per una multa, magari per procurato allarme. Se però le analisi dell’Arpav, come sembra, confermassero che si è trattato di un tracciante non tossico e non pericoloso cadrebbero anche gli elementi per una denuncia di reato ambientale e di quella domenica rimarrebbe solo il ricordo di una Venezia, surreale e fluorescente.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-05-29 11:45:38 ,www.repubblica.it