Il comitato dei sette saggi entra nelle fase 2 del suo iter. E allarga il cerchio. «Le parti hanno rotto il ghiaccio e si stanno sentendo», confida un pentastellato. Ora i Cinque Stelle provano a coinvolgere anche Beppe Grillo e Giuseppe Conte con i loro rispettivi legali. Un passo importante, che lascia presagire come tra poco si entrerà nel vivo della trattativa, una fase dirimente per comprendere il futuro di contiani e grillini. Il garante e l’ex premier riusciranno a trovare un’intesa che salvaguardi entrambi? È possibile arrivare a un accordo?
La domanda è inevitabile, ma i sette per ora fanno muro. «Non c’è nulla da dire, chi parla vuol solo far fallire il negoziato per interessi personali», assicurano. Sembrano all’apparenza compatti. E Iniziano a programmare i prossimi passi. A partire da oggi i sette (che hanno fatto un briefing di un’ora prima del match degli Europei Italia-Spagna) si siederanno al tavolo con Conte e Grillo e i legali. Incontri rigorosamente separati ora, per evitare bruschi strappi o equivoci che potrebbero far deragliare la trattativa. Il garante e il professore sono ancora distanti e l’equilibrio — in questa fase — è ancora precario. «Nonostante i passi avanti evidenti, il negoziato rimane difficile», spiegano fonti M5S. «Bisogna pesare ogni parola, evitare che voci infondate surriscaldino gli animi». Insomma, il quadro è complesso. Anche se le indiscrezioni continuano a rimbalzare forti all’interno del gruppo. Come quella di un Vito Crimi che si mostra — a detta di alcuni eletti — «spavaldo» nei confronti di Grillo. Voci, però, smentite dai vertici. Gettare acqua sul fuoco è l’imperativo, qualunque sia il sussurro.
I parlamentari, però, sono divisi. C’è chi chiede un maggior coinvolgimento e chi vuole stare alla larga da una situazione potenzialmente spinosa. «Farsi del male senza motivo è inutile», dice uno di loro. C’è anche chi invece commenta il ruolo del comitato: «Sono come sette samurai uniti da uno scopo, ma divisi tra loro: alla fine per raggiungere lo scopo qualcuno dovrà cadere».
Ma più che alle ricadute interne, si pensa agli orizzonti a breve. Le preoccupazioni — come anticipato dalCorriere — riguardano anche i territori e la presenza delle liste M5S alle Comunali. Ieri è intervenuto sul tema anche l’avvocato Lorenzo Borrè, legale «avversario» dei Cinque Stelle in molti casi in aula. «Il rinvio delle consultazioni per la nomina dei componenti del Comitato direttivo — ha detto all’Adnkronos — rischia di essere l’ostacolo principale per la presentazione delle liste alle amministrative». L’articolo 2 del Dpr n.132/1990 prevede che «il deposito del simbolo della lista deve essere corredato da una “dichiarazione sottoscritta dal presidente o dal segretario del partito”, carica attualmente vacante secondo la lettera dello statuto, così come acclarato dal Presidente del Tribunale di Cagliari, e che non può essere surrogata da Crimi». Insomma, un vulnus burocratico a cui i pentastellati devono mettere una toppa in tempi brevi per non rischiare di scomparire da molti territori alle prossime Amministrative. Tuttavia c’è chi frena: «Ora però concentriamoci sulla trattativa: i territori possono comprendere che c’è anche il loro futuro in gioco, al di là di una singola elezione».
6 luglio 2021 (modifica il 6 luglio 2021 | 22:53)
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