Un’avvocata che su TikTok utilizza l’handle @bellewoods ha fatto una sintesi del caso spiegando che grazie al complesso sistema dei marchi commerciali negli Stati Uniti “Jools se la caverà“. Un’altra TikTokker ha affermato di aver a sua volta presentato una domanda per registrare il marchio, con l’intenzione di trasferirne poi la proprietà a Lebron (un piano di non così facile realizzazione, come sottolinea un articolo del Washington Post). Diverse aziende hanno reagito al post in cui Lebron dice di aver risolto la situazione sostenendola a suon di emoji.
Tutto questo sottolinea che, a differenza di 10 o 15 anni fa, oggi c’è una maggiore consapevolezza del fatto che “la creazione di contenuti è un lavoro“, sottolinea Kate Miltner, docente dell’Information School dell’Università di Sheffield che si occupa di dati, AI e società. “È un lavoro che richiede molto tempo e che spesso è mal retribuito“, aggiunge. Ma rispetto a dieci anni fa sono molte di più le persone che fanno carriera come creator, “e sembra che ci sia ormai un’etica del plagio, oltre a quella dei marchi e dei diritti d’autore“, continua la professoressa.
In poche parole, ora la gente capisce come funzionano queste cose. Un decennio dopo on fleek, i creatori sono molto più intelligenti quando si tratta della proprietà delle loro opere. Lebron può anche aver pensato di aver perso un’opportunità a causa della mancanza di risorse, ma in realtà la sua risorsa sono stati gli altri creator che sapevano come denunciare ciò che era episodio, oltre ad aziende come Netflix, che – forse temendo reazioni negative per tentato di cavalcare l’onda della tendenza virale – ha chiesto a Lebron di curare una lista di contenuti in stile very demure.
Questo non significa che sarà sempre così. I meme costruiti a partire dal linguaggio quotidiano sui social continueranno a essere difficili da registrare come marchi commerciali (Miltoner cita come esempio il tentativo fallito da parte di Fox Media di registrare l’espressione Ok boomer). Ma ora che anche Haliey Welch – la ragazza diventata celebre sul web grazie a hawk tuah – ha il suo merchandising, le possibilità di ottenere un riconoscimento per il proprio meme, o addirittura denaro, non sembrano più così remote. La vostra creazione potrebbe ancora essere masticata e reinterpretata da un bot di intelligenza artificiale, e i creator – soprattutto quelli appartenenti a minoranze – dovranno sempre lottare per mantenere il controllo delle loro opere una volta che vengono diffuse nel mondo. Ora, però, hanno anche qualche persona in più su cui contare.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
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di Angela Watercutter www.wired.it 2024-09-03 04:30:00 ,