Author:
(di Armando Petretta)
Dalle ceneri delle Vele ispirate
alle linee di uno dei padri dell’architettura moderna, lo
svizzero-francese Le Corbusier, trasformatesi col tempo da
complessi da copertina a strutture degradate per centinaia di
famiglie, sorgeranno dodici edifici in grado di ospitare ognuno
circa 35 nuclei familiari. Sarà una Scampia meno futurista ma
probabilmente più accogliente quella cui stanno lavorando in
sinergia le istituzioni e che oggi ha salutato l’ultima tappa
prima dell’spunto dei lavori, con lo sgombero pacifico delle
ultime undici famiglie delle 475 interessate.
“Non è più la Scampia di Gomorra, ma una nuova Scampia”,
esulta il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi consapevole che con
lo sgombero di oggi potranno partire le operazioni di
abbattimento di due delle ultime tre Vele rimaste in piedi delle
sette originarie, e si potrà finalmente avviare il progetto
‘Restart Scampia’ di recupero dell’intera area. Riqualificazione
che passa anche per l’unica delle sette Vele – progettate da
Francesco Di Salvo e tirate su a Scampia tra gli anni ’60 e ’70
– che rimarrà in piedi, quella Celeste, teatro della tragedia
dello scorso luglio in cui persero la vita tre persone dopo il
crollo di un ballatoio.
Una tragedia che, come ammette lo stesso Manfredi, ha
accorciato i tempi. “Arrivare oggi allo sgombero solo sei mesi
fa era insperato. Un evento fondamentale per questo processo è
stata la tragedia di luglio, il sacrificio delle vittime ha
rafforzato l’azione e ci ha consentito di sgomberare tutte le
Vele. E’ stata un’operazione di sgombero storica”. Due-tre anni,
secondo alcune stime tecniche, il tempo guadagnato con le nuove
procedure di sgombero. Ora si guarda al futuro: la scadenza
fissata dal progetto ‘Restart’ per vedere la nuova Scampia è la
fine del 2027, ma già a metà del 2026 – da cronoprogramma -
dovrebbero veder la luce le prime nuove costruzioni destinate a
sostituire le Vele abbattute.
Tornando allo sgombero delle ultimi undici famiglie avvenuto
questa mattina, Manfredi ha sottolineato: “la cosa che ci rende più
soddisfatti è che siamo riusciti a sostituire lo Stato alla
criminalità. Questa operazione è stata fatta insieme agli
abitanti, tutto è avvenuto in maniera pacifica e condivisa”. Le
prossime tappe vanno dalla demolizione della Vela Gialla, che
comincerà nel giro di un paio di settimane, a quella della Vela
Rossa nel giro di due mesi. In parallelo partiranno i cantieri
per i primi 170 alloggi dei 433 previsti. Sono invece 475, al
momento, i nuclei familiari interessati ma bisognerà vedere se
tutti vorranno tornare a Scampia. Dopo la demolizione delle due
Vele sarà dato il via ai nuovi alloggi con quote di verde
pubblico. Proprio per il verde serviranno risorse aggiuntive,
che al momento non ci sono per 20-30 milioni: “ma non sarà un
problema trovarle, avremo modo e tempo” confida Manfredi.
Dal sindaco la notizia che più del 50% delle famiglie
sgomberate si sistemerà dai parenti: “tutti gli aventi diritto
riceveranno contributi dallo Stato fino a quando non entreranno
nelle nuove case. La sistemazione che avranno gli abitanti delle
Vele – ha sottolineato – sarà di gran lunga migliore a quella
che avevano”. “Ecco perché – sottolinea – oggi è una giornata
storica”. Dello stesso parere il prefetto di Napoli, Michele di
Bari: “ci troviamo di fronte a un atto straordinario e al tempo
stesso storico che riguarda le Vele di Scampia, perché dopo
tanti anni e la tragedia dell’estate scorsa c’è stata una svolta
decisiva. Ora si tratta di rispettare i tempi”.
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