“Ma ci sono i video!”. La prima reazione di Adele (nome di fantasia) alla notizia che il Tribunale di Ravenna ha assolto in primo grado il suo presunto violentatore e l’amico che li aveva ripresi col telefonino è stata di lucido sconcerto. In un attimo le sono tornate in mente le carte di un procedimento penale lungo cinque anni, le testimonianze contraddittorie rilasciate ai pm da chi era con lei la notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2017, le considerazioni in aula sulle sue condizioni psico-fisiche e su un consenso che è convinta di non aver mai espresso.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-02-13 01:23:58 ,www.repubblica.it