Vietato dare da mangiare a cani e gatti “anche randagi su aree pubbliche o aperte al pubblico” e nel “centro abitato (case di civile abitazione e attività economiche)” nel Comune di Bolognola, in provincia di Macerata. La pena? Una sanzione da 25 a 500 euro. È quel che ha disposto la sindaca, Cristina Gentili, con un’ordinanza contro la quale l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) presenterà nelle prossime ore un’istanza di revoca in autotutela.
Il provvedimento della sindaca ordina, testualmente, “il divieto di somministrare alimenti di qualsiasi natura in forma diretta o indiretta, ai gatti e cani, anche randagi su aree pubbliche o aperte al pubblico, centro abitato (case di civile abitazione e attività economiche), con espresso divieto di gettare granaglie, sostanze e scarti/avanzi alimentari”.
L’Oipa ritiene l’atto illegittimo, e dunque annullabile, poiché, spiega, “in evidente conflitto con la legge n. 281/91, con la legge della Regione Marche n.10/97 e con l’art.9 della Costituzione, ferme restando le norme igienico-sanitarie da rispettare”.
“L’ordinanza è lesiva della tutela del benessere degli animali randagi presenti sul territorio e in più occasioni la giustizia amministrativa si è espressa annullando simili atti. Vedremo se la sindaca Gentili farà un passo indietro evitando il ricorso al Tar», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «In caso di ricorso e di eventuale accoglimento, il Comune potrebbe dover pagare anche per le spese di giudizio, con conseguente danno erariale».
Già negli anni Novanta il Consiglio di Stato in sede consultiva (Sez. III, parere 16 settembre 1997, n. 883), precisava che “nessuna norma di legge fa divieto di alimentare i randagi nei luoghi in cui essi trovano rifugio”. Più recentemente, il Tar della Puglia, su ricorso di Oipa ed Earth, ha annullato un’ordinanza del Comune di Panni (Foggia) nella parte in cui vietava ai cittadini di alimentare i cani vaganti nelle aree pubbliche o aperte al pubblico mediante il deposito di cibo in terra.
Si tratta, sottolinea Oipa, di “metodi spicci e illegittimi, oltre che eticamente molto discutibili”. Il Comune di Bolognola dovrebbe “garantire decoro e igiene sul suolo pubblico predisponendo, di concerto con i volontari, ‘punti di somministrazione’. Allo stesso tempo, sarebbe opportuno che potenzi i controlli per evitare l’abbandono di rifiuti”.
L’ordinanza arriva nello stesso giorno in cui i Carabinieri Forestali rendono pubblici i dati sugli abbandoni: sono infatti 50.000 i cani che vengono abbandonati ogni anno in Italia e 80mila i gatti, soprattutto nelle città del Centro Sud, con un picco nei mesi di luglio e agosto. Si tratta spesso di cuccioli che sono stati regalati per Natale come fossero giocattoli, e che vengono abbandonati quando diventano troppo grandi e impegnativi da gestire.
Il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (Cufa) ha svolto quest’anno 4.560 controlli e ha denunciato 235 persone per maltrattamenti di animali. Per informare i cittadini sulle norme da rispettare e i comportamenti da tenere con gli animali domestici, i Carabinieri Forestali e la Lav (Lega anti vivisezione) hanno preparato una guida pratica in cartaceo e digitale, “Amici fedeli”.
Per il generale Antonio Danilo Mostacchi “a Natale spesso si regalano animali domestici, senza tener conto della responsabilità che questo comporta. E poi questi animali, considerati come giocattoli, vengono abbandonati”.
Gianluca Felicetti, presidente della Lav, ha sottolineato come “la propensione alla violenza sugli animali sia un campanello d’allarme su una possibile propensione alla violenza sulle persone, compresa quella di genere. Spesso vediamo la violenza sugli animali legata alle violenze domestiche”.
L’etologa Eugenia Natoli ha poi raccontato la storia di Theodor, un pastore tedesco che ora vive al canile della Muratella a Roma: “Era stato sequestrato in una casa dove veniva tenuto legato col fil di ferro a una zampa, che gli aveva tranciato il tendine. Era così sconvolto che girava su se stesso e si mordeva la coda, abbiamo dovuto ampurtargliela parzialmente. Dopo un anno da noi, è diventato un cane tranquillo e buonissimo. Ma non viene adottato, perché nessuno vuole un cane di razza zoppo e con mezza coda”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-12-12 17:35:50 ,www.repubblica.it