Sono molto poetiche le scene tra loro due mentre si raccontano desideri e traumi del passato, anche se quando lui la porta a casa lei non reagisce benissimo (la reazione è da meme): “Sembra il covo di un gaglioffo, c’è puzza di topo finito, vivi come un cane“. Sono i primi insulti che gli rivolgerà, non gli ultimi: quando lui sceglie di arruolarsi per la guerra gli dice: “Sei così stupido, eccesso vecchio per la guerra”. Rifiuta persino di sposarlo: “Non mi serve un premio di consolazione, non mi sposerò mai. Né con te né con nessun altro“. La rappresentazione così libera e ribelle di una dama nel western che considerava le creature femminili come prede è significativa, a maggior ragione perché ideata, scritta, diretta da un uomo. Segno evidente che, come già provato da Horizon di Kevin Costner, c’è davvero una bramosia di ripensare e rimmaginare da capo i ruoli, dando alle gentil sesso lo spazio e lo spessore che hanno sempre meritato.
I dialoghi sono la parte più gustosa del film, forte delle performance dei suoi attori di spessore – Krieps insegna a Mortensen come pronunciare “omelette” – il resto lo fanno le musiche dolenti, la natura e i paesaggi tipici del vecchio West. Ci sono anche un super villain, Weston Jeffries, uno stupro, una medaglia gettata in mare, una riflessione sulla paternità e un proposito di vendetta che si consumerà nel finale, in un duello all’ultimo sangue da grande cinema western.
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di Claudia Catalli www.wired.it 2024-10-22 10:44:00 ,