In Irlanda
Al contrario, l’abuso di alcol in Irlanda è a livelli record. In base ai dati di Alcohol action ireland, circa il 70% degli uomini e il 34% delle donne irlandesi sono considerati bevitori a rischio e circa 150 mila persone sono indicate come dipendenti. Una condizione che contribuisce ad aumentare diverse patologie e si configura come un vero e proprio pericolo per la salute pubblica.
La Commissione europea segnala infatti come l’abuso di alcol sia collegato a circa 60 diverse malattie, inclusi sette tipi di cancro che coinvolgono bocca, gola, laringe, esofago, seno, fegato e colon. Inoltre, i ricercatori dell’Istituto di neuroscienze di Alicante, in Spagna, e dell’Istituto centrale di salute mentale di Mannheim, in Germania, hanno dimostrato come l’abuso di alcol causi danni al cervello anche dopo che si è smesso di bere.
Ma i danni alla salute, come nel caso del fumo, non riguardano solo i consumatori, ma anche il resto della cittadinanza. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of studies on alcohol and drugs, l’abuso di alcol aumenta l’incidenza di minacce, molestie, aggressioni fisiche, vandalismo, incidenti automobilistici, problemi finanziari e abusi domestici.
Le reazioni
Insomma, le prove dei pericoli collegati all’abuso di alcol sono molteplici e per questo risulta stridente la dichiarazione sul tema rilasciata dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), riportato da Ansa, secondo cui “l’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo non ha nulla di scientifico”. Soprattutto perché non si tratta di un “attacco al vino italiano”. La** **legge irlandese non prevede la dicitura “il vino italiano fa male”, ma una serie di avvertenze sanitarie diffuse su tutti gli alcolici, provenienti da tutti i paesi, compresa la stessa Irlanda.
Ma la dichiarazione di Sima fa gioco all’opposizione lanciata contro la legge irlandese dai maggiori e minori produttori di vino in Europa, tra cui Italia, Francia e Spagna, responsabili del 47% della produzione di vino mondiale, seguiti da Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Portogallo.
Questi nove paesi stanno preparando un documento informale (chiamato non-paper) per chiedere alla Commissione europea di riaprire le trattative con il governo irlandese e bloccare la legge. La questione verrà affrontata dalla Commissione il prossimo 21 giugno, che dovrà valutare la richiesta dei produttori di alcolici di aprire una procedura di infrazione delle regole del mercato comune da parte dell’Irlanda.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-05-23 09:46:19 ,