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Doppia veste per Asl e per il ministero della Giustizia
(ANSA) – NAPOLI, 14 DIC – Sono 126 le parti civili ammesse
dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) al
processo per le violenze ai danni dei detenuti avvenute il 6
aprile del 2020 nel carcere sammaritano “Francesco Uccella”, in
cui sono imputate a vario titolo per reati di tortura, omicidio
colposo come conseguenza di tortura (reato contestato solo a
ventidue imputati), lesioni pluriaggravate, abuso di autorità,
falso in atto pubblico, 105 persone, quasi tutti agenti della
Polizia Penitenziaria, ma anche funzionari del Dap (Dipartimento
Amministrazione Penitenziaria) e medici dell’Asl di Caserta;
delle parti civili ammesse, 117 sono detenuti riconosciuti dalla
Procura di Santa Maria Capua Vetere come vittime delle violenze
(erano in totale 177 ma una cinquantina non si è costituito),
cinque sono associazioni, quattro già costituitesi durante
l’udienza preliminare, mentre l’ultima, l’associazione
“Italiastatodiritto”, si è costituita il 7 novembre scorso,
prima udienza del dibattimento; figurano poi il garante
nazionale e quello regionale dei detenuti, quest’ultimo –
Samuele Ciambriello – determinante per l’avvio delle indagini
sulle violenze grazie alle sue denunce raccolte dai detenuti
picchiati.
Ci sono infine il Ministero della Giustizia e l’Asl di Caserta,
che nel processo compaiono tanto come parti civili che nella
veste di responsabili civili, per cui in teoria potrebbero avere
un risarcimento in caso di condanna degli agenti o dei medici ed
essere nello stesso chiamate a pagare nel caso in cui gli
imputati non riuscissero a risarcire i morti. (ANSA).
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2022-12-14 17:32:38 ,