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Parla padre detenuto. Garante, ancora disagi per i carcerati
(ANSA) – NAPOLI, 16 LUG – “Da quando sono usciti i video mia
moglie non vive più, prende psicofarmaci. Nostro figlio ci ha
detto di non essere stato picchiato il 6 aprile, ma non ci
crediamo. Forse aveva e ha ancora paura”. C’erano anche i
genitori di alcuni detenuti del Reparto Nilo del carcere di
Santa Maria Capua Vetere (Caserta), oggi, alla conferenza stampa
della garante provinciale dei detenuti Emanuela Belcuore che si
è tenuta oggi nella sede della Provincia di Caserta.
L’unico miglioramento, ha aggiunto l’uomo, “è la visita di una
psicologa, dopo due anni che mio figlio è in cella finalmente è
arrivato un psicologo che ha voluto ascoltarlo”.
“Ci vuole più attenzione per i detenuti – incalza l’anziana
madre di un recluso – anche perché sono esseri umani. Al carcere
di Santa Maria Capua Vetere non funziona nulla. Anche le mail
inviate dagli avvocati vengono lette sempre in ritardo”.
La Belcuore durante l’incontro ha parlato dei disagi che ancora
stanno vivendo i carcerati dopo gli arresti scattati lo scorso
28 giugno in relazione ai pestaggi del 6 aprile 2020.
“Il giorno prima dell’arrivo di Draghi e della Cartabia – spiega
– è stato detto ai detenuti di pulire, le celle, i muri e i
battiscopa, poi il giorno dopo la visita è saltata la corrente,
così internet, rendendo più difficile dialogare con i detenuti.
E ciò sta avvenendo dal 28 giugno”. (ANSA).
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