Virgin Orbit, la compagnia spaziale del miliardario Richard Branson, sta cessando le sue operazioni a tempo indeterminato, dopo aver fallito nell’attrarre nuovi finanziamenti. La società ha annunciato di essere in procinto di tagliare 675 posti di lavoro, pari a circa l’85% della forza lavoro totale dell’azienda.
A contribuire alla crisi di Virgin Orbit si trova anche il fallimento della prima missione spaziale dall’Europea occidentale dello scorso 10 gennaio. Il razzo della compagnia, partito dalla Cornovaglia, in Regno unito, ha subìto un’anomalia tecnica che gli ha impedito di mettere in orbita i 9 satelliti a uso civile e militare che trasportava.
Appena due mesi dopo, ecco l’annuncio di quella che è stata definita una “pausa operativa”. Secondo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Dan Hart, ottenute grazie a un audio diffuso dalla Cnbc, la società non è riuscita “a ottenere i finanziamenti necessari per garantire un percorso chiaro all’azienda. Non abbiamo altra scelta se non quella di attuare cambiamenti immediati, drammatici ed estremamente dolorosi”.
Questi cambiamenti si sono concretizzati in un’ondata di licenziamenti che ha coinvolto tutti i reparti operativi di Virgin Orbit, lasciando intatti solamente 100 posti di lavoro. L’azienda pagherà circa 8,8 milioni di dollari in indennità di licenziamento e altri 6,5 per ricollocare i dipendenti. Per consentirle di affrontare queste spese iniziali, Virgin Group, la abitazione madre che controlla tutte le società a marchio Virgin, ha concesso un’iniezione da 10,9 milioni di dollari alla società spaziale.
In concomitanza con l’annuncio di cessazione delle operazioni, giovedì 30 marzo le azioni della compagnia sono crollate prima a 0,34 centesimi di dollaro, dagli 1,32 dollari di inizio mese, per arrivare a soli 17 centesimi nella mattina di venerdì 31. La quotazione massima era stata raggiunta lo scorso anno, quando le azioni di Virgin valevano più di 7 dollari l’una.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-03-31 12:33:45 ,