Torniamo purtroppo a parlare di ospedali messi sotto pressione a causa della co-circolazione dei virus respiratori: Sars-cov-2, virus influenzali e virus respiratorio sinciziale (Vrs), specialmente fra i bambini, per i quali il Vrs risulta più pericoloso. L’aumento degli accessi in pronto soccorso legato alla diffusione contemporanea di virus che causano patologie respiratorie è stato infatti un tema caldo di questo inverno, ma in questo momento a trovarsi in difficoltà sono in particolare i reparti pediatrici. Lo riporta un comunicato stampa della Società Italiana di Pediatria (Sip), che denuncia anche il sottodimensionamento delle terapie intensive pediatriche, “poche e mal distribuite sul territorio”, come si legge nel comunicato stesso, chiedendo quindi un intervento del governo in merito.
Da nord a sud, molte regioni Italiane sono in affanno
Il direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, Giovanni Corsello, riporta addirittura un aumento del 300% di accessi in pronto soccorso per virus respiratori rispetto ai due anni precedenti, con la stragrande maggioranza dei posti letto occupati da bambini con bronchioliti causate da Vrs. “Due condizioni stanno rendendo particolarmente gravosa l’assistenza – spiega Corsello – da un lato l’età dei bambini con bronchiolite da Vrs, soprattutto neonati e lattanti, e dall’altro lato, i casi di ‘coinfezioni’ causate da più agenti patogeni che in contemporanea colpiscono lo stesso organismo”. Anche Lazio, Toscana e Lombardia non sono esenti da difficoltà: solo due posti liberi nella terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, come afferma il responsabile del reparto di Pediatria di Urgenza Fabio Midulla, e notevole incremento di accessi al pronto soccorso anche all’Ospedale San Paolo di Milano. “La situazione è difficile, ma il sistema tiene – rassicura in parte Giuseppe Banderali, vicepresidente Sip e direttore del reparto di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale – seppur con grandi sforzi”. Anche qui, i posti letto in pediatria sono in gran parte occupati da bambini con infezioni respiratorie. “Fortunatamente – afferma Rino Agostiniani, Tesoriere Sip e direttore Area Pediatria e Neonatologia della Asl Toscana Centro – le vacanze di Natale, con la chiusura dei nidi e delle materne ci hanno regalato una piccola tregua, ora però ci aspettiamo una risalita. Attualmente abbiamo 53 posti letto occupati su 60 e 9 bambini trattati con ossigenoterapia ad alti flussi a causa di bronchioliti da Vrs, ma le terapie intensive hanno una situazione decisamente migliore di una decina di giorni fa”.
L’anello debole: le terapie intensive pediatriche
La Sip lamenta soprattutto l’assenza di un codice ministeriale che identifichi in maniera precisa le terapie intensive pediatriche (Tip), come accade invece per le altre discipline assistenziali in Italia. Le Tip sarebbero inoltre troppo poche e mal distribuite sul territorio nazionale. “Assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate – spiega Annamaria Staiano, presidente Sip – significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le Tip sono infatti tarate sui bambini e hanno un’elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale. Chiediamo al Governo – conclude – non solo un loro rafforzamento, con un aumento dei posti letto e del personale, ma anche un impegno a lavorare insieme alle Società Scientifiche per una riforma volta a mettere in rete tutti i punti di offerta, così da garantire un’assistenza omogenea a tutti i bambini in ogni area del Paese. E’ urgente inoltre che venga assegnato un codice ministeriale di disciplina alle Tip, passaggio essenziale per avere un quadro preciso della situazione attuale”.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2023-01-11 16:14:02 ,